Può un videogioco trasformarsi nella trama di un avvincente e sentimentale viaggio intorno alla natura umana? Direi proprio sì – e lo dico spingendomi assai al di là del mio scetticismo iniziale – dopo aver guardato The Last of Us, la nuova serie tv della HBO Max in onda dal 24 gennaio e giunta al sesto episodio (dei nove previsti). Serie tv che ha tratto spunto proprio dall’omonimo videogioco, prodotto dalla Naughty Dog e creato da Neil Druckmann e Bruce Straley nel 2013. Gli stessi autori hanno sviluppato la sceneggiatura insieme a Craig Mazin (Chernobyl) per la Sony Pictures Television, casa di produzione che ha realizzato la serie in Canada con un budget milionario.
La storia è ambientata venti anni dopo una terribile epidemia che ha trasformato metà della popolazione mondiale in zombie e disseminato le città di bande armate in lotta tra di loro. Così la maggior parte dei sopravvissuti è costretta a vivere in zone protette e di quarantena. In pochi si avventurano nelle zone esterne, pericolose sia per gli attacchi improvvisi degli zombie, sia per le razzie in cui sono impegnati contrabbandieri senza scrupoli.
Joel è uno di questi. Non più giovanissimo, ha alle spalle diverse cose da farsi perdonare. Nel ruolo di Joel troviamo Pedro Pascal, attore americano di origini cilene noto per le sue partecipazioni a Trono di Spade, Narcos e The Mandalorian. Joel però si lascia coinvolgere in una missione difficile quanto per lui incomprensibile, e cioè accompagnare una bambina che sembra essere immune ai morsi degli zombi in un vicino centro di ricerca. Ma quando i due scoprono che il centro è stato abbandonato, il loro viaggio diventa molto più complesso e pericoloso.
La bambina da salvare si chiama Ellie, ha 14 anni e non ha mai messo piede fuori da una zona di quarantena. Non sa nulla del mondo precedente all’esplodere della pandemia, eppure è intelligente e veloce ad apprendere. Episodio dopo episodio, Ellie conquista il cuore di Joel, all’inizio assai scettico sull’utilità e sull’esito della missione. A interpretare la bambina l’attrice inglese Bella Ramsey, anche lei con un trascorso in Trono di Spade e partecipazioni di successo in Una strega imbranata e in His Dark Materials.
Il viaggio che i due intraprendono – tra mille insidie – ha come filo conduttore la natura umana, la sua straordinaria capacità di adattamento, ma anche i sentimenti che animano le persone e che non possono scomparire neanche di fronte alla catastrofe in cui è sprofondato il genere umano. Tra quelli visti finora, il terzo episodio merita una citazione a parte, in assoluto il più bello, un film nel film, che da solo giustifica l’intera visione della serie. Anche la coppia Joel-Ellie con il trascorrere del tempo diventa sempre più interessante, conquista le simpatie del pubblico e lo sviluppo di una relazione tra una quasi figlia un padre dal cuore duro, commuove e intenerisce.
Il videogioco rimane sullo sfondo. Lo riconosciamo nelle poche scene in cui i nostri protagonisti sono costretti a combattere per sopravvivere. E quando il loro viaggio deve riprendere ogni giorno sapendo che ci sono nuove difficoltà da superare, scenari più complicati rispetto a quelli appena superati. Per il resto The Last of Us è una serie importante, con una colonna sonora straordinaria, da vedere assolutamente.
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