Stefania Rocca con “La madre di Eva”, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Silvia Ferreri, porta a teatro l’identità di genere. “Avevo letto il libro perché mi avevano proposto una lettura sulla dversità. Mi è piaciuto subito, oltre che per la scrittura, per la capacità di affrontare in modo diretto e sensibile, senza giudizi né pregiudizi, un tema attuale”, ha raccontato al Corriere della Sera.
Il lavoro dietro al progetto è stato lungo. “La diversità ai miei occhi è ricchezza, è creatività, un linguaggio fluido. Mi è servito molto il contatto con associazioni di genitori e figli e figlie che vivono questo percorso di transizione, un viaggio di amore e sensibilità da cui ho appreso molto. E che mi ha dato una forza incredibile, spero la senta anche il pubblico”. Il protagonista della storia è Alessandro. “La transizione per lui è un percorso che modifica il corpo, non l’identità. È nato uomo: non c’è un prima e un dopo. Per la madre, condizionata da un pregiudizio ancestrale, la transizione è un calvario ingiustificato. Ha paura per la figlia e fa fatica ad accettare la realtà”.
Stefania Rocca: “Ogni generazione ha sue battaglie”. Il tema dell’identità di genere
Stefania Rocca ha dunque fatto suo il tema dell’identità di genere, consapevole di quanto sia attuale, approdato recentemente anche sul palco del Festival di Sanremo. “Credo che nella società ci sia molta paura di perdere le certezze su cui si è fondata per molto tempo. Oggi il tema dell’identità di genere divide ma ricordiamoci che è successo in altri momenti in cui ci si è divisi in tema di diritti civili. Sono figlia di genitori separati, all’epoca un divorzio — che era vietato fino al 1970 — era considerato un fallimento. Oggi è molto cambiato”.
Il gender fluid sembrerebbe essere uno dei trend topic del momento. “Ogni generazione ha avuto la sua battaglia, la società è in continua evoluzione. E il tema dell’identità, della ricerca di capire chi siamo, è più universale che mai”. È per questo motivo che ha voluto parlarne anche con i suoi due figli. “Mi sembra che i ragazzi oggi non abbiano pregiudizi, l’importante è ascoltare e dare loro gli strumenti per farsi un’opinione”, ha concluso.