Solita pagina di approfondimento scientifico e dedicata alla salute a Che Tempo Che Fa, e in studio vi erano il virologo dell’ospedale San Raffaele Roberto Burioni, e il professore ordinario di Microbiologia nel dipartimento di Bioscienze dell’Università degli Studi di Milano, Claudio Bandi. Le prime parole sono state dedicate all’allevamento record di maiali che è stato realizzato in Cina, un doppio grattacielo che ospita in totale 1,2 milioni di maiali: “Mettere insieme 1 milione e 200 mila mammiferi viventi in uno spazio così ristretto pone dei rischi notevoli. Il primo è che questi animali si infettino tra loro e per evitare ciò si usano antibiotici, che se usati sugli animali non sono più efficaci per l’uomo e per altri animali. Poi c’è il pericolo del virus. Alla base di questo progetto vi è la convinzione cinese di tenere sotto controllo tutta questa cosa, in una città di un milione di abitanti. E’ un paradiso per i virus”.
Quindi Burioni ha ricordato: “Tutti i virus che ci colpiscono vengono dagli animali. La possibilità di un controllo totale non c’è, perchè i lavoratori, per quanto loro prevedono di tenerli in quarantena, avranno dei momenti esterni”. E ancora: “E’ un problema anche dal punto di vista etico, non penso sia tollerabile per questi maiali, che vita fanno? A me dà estremamente fastidio”. A quel punto è intervenuto Claudio Bandi, che ha spiegato: “A me questa notizia ha ricordato il film di Michael Bay, The Island, che si pretende di rinchiudere su un’isola decine di milioni di persone che fungano da cloni per produrre organi. L’idea alla base di questo film è quella della possibilità di controllo che poi sfugge quando una farfalla entra nel sistema”. Ma un salto di specie come potrebbe verificarsi da quell’allevamento? “Hanno realizzato un investimento enorme con la convinzione di avere tutto sotto controllo. Ovviamente non c’è, banalmente perchè i lavoratori avranno dei momenti esterni. La differenza rispetto ad un nostro allevamento da 1.000 maiali, dove può esserci un virus che fa il suo corso… Quando invece ti entra un virus in un posto così c’è il rischio che non te ne liberi più: può avere molto tempo, molti organi da infettare e generare varianti. A quel punto l’uomo può diventare colui che porta il virus all’esterno”.
BURIONI E BANDI: “STIAMO DIVENTANDO PIU’ VULNERABILI AI VIRUS DEGLI ANIMALI”
Burioni ha ripreso la parola sottolineando l’aumento delle malattie da zoonosi: “Stiamo diventando più vulnerabili allo spillover per via del mondo avanzato, la gente viaggia, siamo un villaggio globale e mai come ora la salute animale è importante per la salute umana”. Il prof. Bandi ha aggiunto: “In che modo l’uomo contribuisce a diffondere le malattie degli animali? Tanti esempi, come la frammentazione delle foreste. Se io la frammento creo un’interfaccia fra mondo selvatico e quello dell’uomo”.
“Pensiamo poi alla Lesmania – ha proseguito il microbiologo – che oggi è presa dai cani anche alle nostre latitudini quando prima era solo ad alte latitudini a causa del riscaldamento. Poi con gli spostamenti abbiamo portato qui alcune zanzare… ci vorrebbe enorme cautela e questi insetti che giungono nel nostro territorio sono in grado di trasmettere virus tropicali. Dove l’ecosistema viene alterato si possono diffondere virus”. Burioni ha concluso tornando sull’allevamento dei maiali: “I film catastrofici cominciamo sempre con uno scienziato che dice, c’è qualche rischio, non fatelo… Loro sono convinti di poter tenere tutto sotto controllo”.