I matrimoni e le unioni civili in Inghilterra è Galles saranno legali solo dai 18 anni in su. Questa, in sintesi, è la nuova legge adottata contro le nozze combinate tra minori, che ha innalzato di due anni l’età minima per il “sì”. Secondo quanto previsto, coloro che saranno ritenuti colpevoli di aver costretto persone minorenni a sposarsi rischieranno una pena detentiva fino a sette anni. Il Marriage and Civil Partnership (Minimum Age) Act 2022, quindi, stabilisce che i ragazzi di 16 e 17 anni non potranno più sposarsi o contrarre un’unione civile, anche nel caso in cui avessero il consenso dei genitori.
Come spiega il quotidiano “The Times”, i dati relativi al 2021, forniti dall’unità governativa per i matrimoni forzati, mostrano che l’unità ha fornito consulenza e supporto in 337 casi e ha risposto a 868 richieste di informazioni generali. I funzionari del Ministero della Giustizia hanno sottolineato che “ora è un reato penale sfruttare bambini vulnerabili organizzando il loro matrimonio, in qualsiasi circostanza, a prescindere dall’uso della forza o meno. Le nozze forzate possono causare danni duraturi a un bambino”. Prima dei 18 anni, dunque, non si potrà pensare ai matrimoni.
LEGGE CONTRO I MATRIMONI FORZATI IN INGHILTERRA E GALLES: “SÌ” CONSENTITO DAI 18 ANNI IN SU
Dominic Raab, segretario alla Giustizia, ha dichiarato che la riforma “proteggerà meglio i giovani. Coloro che agiscono per manipolare i bambini per farli sposare minorenni ora affronteranno giustamente la piena forza della legge”. La riforma è stata introdotta in parlamento attraverso una proposta di legge privata promossa da Pauline Latham, deputata conservatrice per il Mid Derbyshire. Quest’ultima ha descritto l’attuazione della legislazione come “un giorno storico” per coloro che si sono battuti negli ultimi cinque anni per vietare il matrimonio infantile, che “distrugge vite”.
Accogliendo con favore la modifica della legge, ai microfoni del “The Times” Natasha Rattu, direttrice di Karma Nirvana, ha evidenziato che si tratta di “un’enorme vittoria e un enorme balzo in avanti contro questo abuso solitamente nascosto“. Dello stesso parere Paul Coleridge, giudice del tribunale della famiglia in pensione e presidente della Marriage Foundation, il quale ha commentato così l’introduzione dell’età minima di 18 anni per i matrimoni: “Costringere o addirittura fare pressione sui bambini affinché si sposino è una forma particolarmente abominevole di abuso sui minori e ovviamente una flagrante violazione dei loro diritti umani. Il matrimonio combinato è sicuramente una pratica che avrebbe dovuto essere consegnata alla storia già da tempo”.