Le indagini sull’omicidio di Pierpaolo Panzieri a Pesaro continuano, mentre il giovane indagato per la morte del 27enne, Michael Alessandrini, è stato sottoposto a interrogatorio poche ore fa in Romania (Paese in cui è stato arrestato durante la fuga successiva al delitto). L’avvocato che assiste il presunto assassino reo confesso, Salvatore Asole, ai microfoni di Ore 14 ha parlato di una situazione complessa dal punto di vista difensivo: “Nessuno ci dà informazioni, non sappiamo neanche in che condizioni di salute sia il mio assistito. Lì dovrebbe avere un avvocato di fiducia, ma non sappiamo nulla“. Il muro di silenzio che in questi giorni ammanterebbe l’attività delle autorità romene dopo il fermo di Michael Alessandrini al momento non sarebbe stato interrotto da notizie ufficiali alla famiglia.
Nel frattempo si susseguono rilievi e testimonianze sulla drammatica vicenda che ha coinvolto Pierpaolo Panzieri. Un amico della vittima, intervistato dalla trasmissione di Milo Infante su Rai2, ha restituito un quadro preciso di quelle che sarebbero state le intenzioni del 27enne a ridosso della sua morte: “Cercava di allontanare Michael Alessandrini“. Secondo il racconto fornito davanti alle telecamere del programma, Pierpaolo Panzieri avrebbe deciso di stemperare le frequentazioni con Michael Alessandrini – suo amico d’infanzia ritrovato dopo anni – per via dei suoi comportamenti difficili da gestire. “Paranoie e manie di essere perseguitato“, secondo il testimone, che sarebbero state una costante nei pensieri dell’attuale indagato.
Un amico di Pierpaolo Panzieri: “L’ho visto per l’ultima volta quella sera, cercava…”
L’amico di Pierpaolo Panzieri, intervenuto ai microfoni di Ore 14, ha ripercorso l’ultimo incontro con il 27enne prima dell’omicidio. “L’ho visto la sera del fattaccio, di pomeriggio abbiamo suonato e poi è andato via dicendo che aveva una cena, siamo stati insieme penso fino alle 20. Avevamo insistito anche che rimanesse, il fatto che poi si sarebbe visto con questa persona (Michael Alessandrini, ndr) per me è stato una sorpresa, non mi aspettavo che potessero avere contatti. Di Michael Alessandrini ho sentito voci di una “paranoia estrema“, questo sentimento di essere perseguitato, della paura e dell’ansia di andare in giro perché la gente ‘gli faceva le foto’, mi è stato raccontato che credeva di essere stato drogato dai servizi segreti. Io sapevo che anche Pierpaolo stava cercando di allontanarlo“.
Il racconto dell’amico di Pierpaolo Panzieri tira in ballo un ritratto de relato in cui emerge un elemento già esposto nel profilo psicologico descritto dai genitori del presunto assassino. La madre e il padre di Michael Alessandrini, infatti, avevano dipinto il figlio come preda di condizioni interiori difficili per cui, nelle settimane precedenti alla tragedia, si sarebbero manifestati episodi nei quali il giovane avrebbe persino detto di “vedere Dio dalla finestra“. Secondo l’amico di Pierpaolo Panzieri, “gli atteggiamenti di Michael lo stavano mettendo a disagio“.