Un tempo, per raggiungere un’eccellenza in ambito professionale, si poteva scegliere tra l’iper-specializzazione oppure un approccio più generalista e abbracciare più competenze.
Il vantaggio dell’iper-specializzazione faceva sì che una persona diventasse sostanzialmente insostituibile in quanto ciascuna azienda avrebbe impiegato anni per trovare una persona con un così alto livello di competenza. Allo stesso modo, una persona che per formarsi continuava ad apprendere nuove skills trasversali diventava – ricorrendo a una metafora calcistica – un giocatore che poteva andar bene in ogni posizione: difesa, centrocampo, attacco. Non avrebbe mai sostituito uno specialista, ma sarebbe stato sempre utile perché sarebbe stato ricollocato laddove sarebbe stato necessario in uno specifico momento.
A oggi, forse, la strategia migliore è una terza via, quella dell’iper-specializzazione ma declinata sotto diversi punti di vista. Proviamo a fare un esempio. Quando ho iniziato a lavorare, uno dei miei obiettivi era diventare la figura di riferimento in Italia nel campo della Comunicazione Strategica e Negoziazione. Avendo questo come obiettivo, vedevo che affrontare queste tematiche soltanto da un punto di vista, quello – ad esempio – del professore, o del consulente o del giornalista, sarebbe stato troppo limitante. Per questo ho deciso, sì, di specializzarmi in un campo particolare come quello sopracitato, ma allo stesso tempo affrontarlo da più angolazioni.
Come giornalista, ho avuto modo di intervistare decine e decine di esperti, fossero questi Rettori di università, imprenditori, professori, professionisti, per capire che valore avevano dato alle competenze relazionali, alle soft skills afferenti al campo del Comunicazione Strategica, alla capacità di gestire i conflitti e i team grazie all’uso della negoziazione. Allo stesso tempo, la carriera accademica come professore mi ha permesso di conseguire un approfondimento più teorico e fondamentale per inquadrare i macro-approcci a queste materie, come ad esempio, le differenze esistenti tra la scuola di Harvard e quella di Yale riguardo alla materia della negoziazione.
Andando avanti, la divulgazione – in aula con Executive in qualità di trainer, in aule universitarie come professore – è stata fondamentale per insegnare questi temi dal punto di vista teorico e pratico a pubblici diversi con esigenze differenti, ovvero gruppi di manager in un’azienda, giovani studenti universitari che si apprestano a entrare nel mondo del lavoro. I primi che magari hanno la necessità di organizzare percorsi di change management o fusioni da milioni di euro; i secondi che devono posizionarsi nelle migliori aziende o negoziare il primo stipendio o aumento. Insegnare, inoltre, è uno strumento utile per verificare se si è imparato e divulgare in maniera attenta certi argomenti; farlo a pubblici diversi rende tutto più interessante.
Un’altra prospettiva è del consulente, posizione che mi ha permesso di portare questi contenuti non solo in forma divulgativa, ma concretizzarli in veri e propri progetti come quello della negoziazione declinata al processo di vendita o acquisto per un’azienda o come l’importanza della Comunicazione strategica nel processo di selezione del personale. In questo caso, il quadro di riferimento per l’interlocutore non sarà teorico ma operativo e finalizzato al raggiungimento di obiettivo.
Infine, l’aspetto più interessante è la declinazione che ho visto di questi temi come direttore dell’Accademia di Comunicazione Strategica, dove questi contenuti sono stati rivolti a dipendenti e collaboratori che ogni giorno lavorano con me per vedere e toccare con mano quanto tra i temi e le sfaccettature divulgate nelle riviste, quanto di quello studiato nelle università e divulgato nelle aule, quanto – addirittura – declinato nelle consulenze fosse realmente vero e unico.
A oggi, il mio suggerimento affinché si possa diventare un punto di riferimento su un certo tema è sceglierne uno in quanto gli argomenti sono così vasti che è impossibile diventare grandi esperti su più temi diversi se si vuole diventare un’eccellenza, ma allo stesso tempo vedere quell’argomento sotto più punti di vista per poterne apprezzare e poi divulgarne la bellezza e la complessità.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.