Martirologio Romano: “A Roma sulla via Appia nel cimitero di Callisto, deposizione di san Lucio, papa, che, successore di san Cornelio, subì l’esilio per la fede in Cristo e, insigne testimone della fede, affrontò le difficoltà del suo tempo con moderazione e prudenza”.
L’episcopato di Lucio durò poco meno di otto mesi, secondo quanto afferma Eusebio di Cesarea: dall’estate del 253 al 5 marzo dell’anno successivo, data della sua morte documentata dal Catalogo Liberiano e dalla Depositio episcoporum del Cronografo del 354.
Da una lettera indirizzatagli da Cipriano di Cartagine si ricava che Lucio era stato esiliato, verosimilmente dall’imperatore Gallo, come già il suo predecessore Cornelio, ma che in seguito poté rientrare a Roma, probabilmente dopo l’accesso al potere di Valeriano: Cipriano si congratula per il suo ritorno dall’esilio, accenna a un’altra lettera che gli avrebbe scritto in occasione della sua elezione (Epistularium 61, 1, 1), e allude alla presenza di seguaci di Novaziano a Roma. L’esilio di Lucio è attestato anche nel Catalogo Liberiano e quindi dal Liber pontificalis.
In un’altra lettera Cipriano accomuna Cornelio e Lucio, definiti “beati martyres” per la loro decisione di dover concedere la pace a quanti avevano ceduto durante la persecuzione (Epistularium 68, 5, 1), accennando a loro lettere in cui si affermava che non si dovesse negare la comunione a chi avesse fatto penitenza. Nonostante il fatto che Cipriano attribuisca il titolo di martire a Lucio come a Cornelio, Lucio non morì martire, in quanto nei primi anni del suo impero Valeriano si dimostrò favorevole ai cristiani. Del resto la più antica tradizione della Chiesa romana, consegnata nella Depositio episcoporum, distingue nettamente Lucio dai papi martiri elencati nella Depositio martyrum.
“Il Liber pontificalis aggiunge altri dettagli non tutti verificabili: Lucio sarebbe stato romano, figlio di Porfirio (una variante è ‘Tuscus, de civitate Luca, ex patre Lucino’, in luogo di ‘Romanus ex patre Porphyrio’), avrebbe emanato la disposizione che il papa non fosse mai abbandonato da due presbiteri e tre diaconi ‘propter testimonium ecclesiasticum’, espressione che probabilmente esprime la necessità di affidare la reputazione del vescovo a testimoni autorevoli e vigili; Lucio avrebbe inoltre ordinato quattro presbiteri, quattro diaconi e sette vescovi e la sua morte sarebbe stata seguita da trentacinque giorni di sede vacante. La sepoltura di Lucio sarebbe avvenuta il 28 agosto nel cimitero di Callisto, ove, effettivamente, nella cripta dei papi è stato ritrovato un frammento di iscrizione con il nome ΛΟϒΚΙC, che potrebbe a lui riferirsi. Si ritiene che la data della sepoltura distinta da quella della morte sia falsa, nonostante i tentativi di de Rossi di ammetterle entrambe considerando l’eventualità di una sepoltura provvisoria e di un’altra definitiva” (Francesco Scorza Barcellona, Enciclopedia dei Papi). La memoria liturgica si celebra il 5 marzo.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.