ZELENSKY: “LA BATTAGLIA PER IL DONBASS DIFFICILE E DOLOROSA”
«Quella combattuta nel Donbass è una delle battaglie più dure, dolorose e difficili»: lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky inquadrando l’attuale assedio su Bakhmut come uno dei momenti forse decisivi per il prosieguo del conflitto che continua a rimandare “echi” di una terza guerra mondiale. Per il leader ucraino il ringraziamento attuale va a tutti i soldati e le guardie di frontiera «che proteggono il Paese nelle aree di Bakhmut, Vuhledar, Avdiivka, Siver, Svatove, Lyman e Zaporizhzhia». Sempre da Kiev intanto giunge conferma sulle notizie emerse da fonti intelligence nelle scorse ore: «la Russia ha utilizzato per la prima volta nuove bombe plananti UPAB-1500B da 1,5 tonnellate sul Paese», spiega il portavoce dell’aeronautica ucraina Yuriy Ihnat confermando l’uso della “superbomba” da parte di Mosca.
Dopo quanto avvenuto a Chernihiv negli scorsi giorni, conclude «è fondamentale che l’Ucraina riceva i caccia occidentali per contrastare questa minaccia». Secondo quanto riporta oggi Ukrinform citando il capo dell’intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, «La Russia ha sprecato enormi quantità di risorse umane, armamenti e materiali, e la sua economia e la sua produzione non sono in grado di coprire queste perdite. Mosca ha cambiato la sua catena di comando militare: se l’esercito russo fallirà nei suoi obiettivi questa primavera, esaurirà i suoi strumenti di guerra».
LA TERZA GUERRA MONDIALE SULLO SFONDO, LA GUERRA IN UCRAINA ANCORA PER STRADA
Per le strade di Bakhmut si combatte ancora e ancora, a più di anno dall’inizio del conflitto tra Ucraina e Russia che rischia sempre più di tramutarsi in una autentica terza guerra mondiale: al netto delle trame geopolitiche sempre più complesse – lo scontro Nato-Russia, il ruolo della Cina e dell’Iran, le elezioni Usa 2024 sullo sfondo con Trump che invoca di “cacciare” Biden per poter fermare la terza guerra mondiale tra Occidente e Oriente – sono ancora i combattimenti “nudi e crudi” sul territorio dell’Est Ucraina ad aggiornare il bilancio tragico di questa guerra alle porte dell’Europa.
Secondo l’esercito di Kiev le truppe russe stanno tentando, ma fallendo, di circondare la città strategica nel Donetsk; di contro invece, numerosi fonte rilanciate da Mosca parlando di possibile ritirata “controllata” dell’esercito ucraino dopo l’assedio fattosi pressante in questi ultimi giorni. «Le perdite dei russi ammontano a 500 morti e feriti ogni giorno», ha detto il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov al quotidiano tedesco “Bild am Sonntag”, anche se restano difficili i numeri da contare nella zona dove è molto attiva l’unità mercenaria Wagner al servizio dei russi. «Ci sono combattimenti in città e anche nelle strade, ma grazie alle forze armate ucraine, i russi non hanno ancora preso il controllo della città», ha detto il vicesindaco di Bakhmut ancora questa mattina. L’assedio in stile Stalingrado vede le forze ucraine ormai accerchiate e con difficili possibilità di ottenere la vittoria sul campo: inoltre, il leader della Wagner Yevgeny Prigozhin ha fatto sapere che «Se PMK Wagner si ritira da Bakhmut, l’intero fronte crollerà. Una nostra ritirata provocherebbe un “effetto primavera” e le forze ucraine irromperebbero da tutte le parti nel territorio della Repubblica Popolare di Lugansk, spazzerebbero via Lugansk, la vicina Sorokyne ed entrerebbero nel territorio della Russia». Anche per questo motivo la Russia rimarrà in ogni modo ancorata a Bakhmut mentre è Kiev che rischia di dover accettare la propria ritirata “controllata” se non vuole subire ulteriori perdite.
UCRAINA ACCUSA LA RUSSIA: “USANO LA SUPERBOMBA”, ECCO COS’È
In un clima da terza guerra mondiale purtroppo sempre più pressante, il conto delle vittime civili nel solo Donetsk dall’inizio della guerra è agghiacciante: uccisi 1.398 civili e altri 3.126 sono rimasti feriti. Altre due vittime sono avvenute ieri dopo gli attacchi via raid di Mosca sulla città assediata da settimane: un’altra persona invece è morto con 3 feriti dopo gli 11 attacchi delle forze russe ieri a Kherson nella omonima regione. «Quasi 360 proiettili di mortai, MLRS (sistemi missilistici a lancio multiplo, ndr), artiglieria, carri armati e droni sono stati sparati contro insediamenti pacifici nella regione», si legge nel messaggio diffuso dall’esercito ucraino. Sale invece a 13 morti il bilancio del raid missilistico degli scorsi giorni a Zaporizhzhia contro un condominio di cinque piani.
Sempre dall’Ucraina, che chiede ulteriore presenza di armi e aiuti occidentali contro la Russia, arriva la denuncia contro il regime di Putin per l’utilizzo (per la prima volta dall’inizio della guerra) della “superbomba” planante UPAB-1500B. «1,5 tonnellate progettata per colpire obiettivi altamente protetti a una distanza fino a 40 km grazie ai suoi 1.010 kg di esplosivo ad alto potenziale», riporta il sito Defense Express, che cita fonti anonime: questa “superbomba” sarebbe stata lanciata nella regione di Chernihiv, nel nord dell’Ucraina. Come spiega l’ANSA, tale ordigno letale sarebbe lungo 5,05 metri con un diametro di 40 centimetri, «la bomba può essere sganciata fino a 15 km di un’altitudine».