Prosegue e si arricchisce di nuovi elementi lo scandalo britannico “Lockdown files”, legato alle decisioni assunte durante la pandemia Covid. In particolare, come si evince dalla pubblicazione odierna del “Daily Telegraph”, l’ex ministro Matt Hancock arrivò a minacciare di bloccare i fondi per i progetti territoriali al fine di convincere i parlamentari ad appoggiare il piano Coronavirus e, fra le iniziative messe in stand-by, rischiava anche di comparire un nuovo centro per bambini disabili.
I messaggi tra Hancock e il consigliere Allan Nixon mostrano che l’ex ministro era d’accordo “al 100%” con il suggerimento di utilizzare i progetti da attuare a livello locale come mezzo per convincere i parlamentari a votare per il piano Covid nel dicembre 2020. Ad esempio, James Daly, deputato di Bury North, si era battuto per la creazione di un centro di salute pubblica nella sua circoscrizione, a beneficio delle persone vulnerabili della comunità. Dieci giorni prima del voto, Nixon, consigliere di Hancock, scrisse a quest’ultimo: “James vuole il suo hub per le disabilità di apprendimento a Bury… I capigruppo lo chiamano e gli dicono che il team per la salute vuole lavorare con lui per realizzarlo, ma questo non sarà più possibile se si ribella al piano”. Subito dopo, arriva in risposta il pieno benestare di Hancock.
PIANO COVID, HANCOCK SI DIFENDE: “FRASI ESTRAPOLATE DAL CONTESTO”
Un portavoce dell’ex ministro Hancock, scrive il “The Guardian”, ha dichiarato: “Il contesto mancante è di vitale importanza perché questo voto è stato fondamentale per salvare vite umane. Ciò che viene accusato qui non è mai accaduto, dimostrando che la storia è sbagliata e che un approccio così parziale e distorto alle prove è un brutto errore, guidato da coloro che hanno interessi personali”. Di parere opposto James Daly: “Penso tutto questo che sia spaventoso. Il fatto che avrebbero dato un sostegno necessario alle persone disabili solo se avessi votato a favore è assolutamente disgustoso”.
Il 2 dicembre, giorno della votazione, Hancock ha inviato un sms che recitava: “James Daly è con noi”. Peccato che poi il diretto interessato abbia votato contro il piano Covid, con l’opposizione ad esso da parte di 55 deputati conservatori…