SÌ ALLA COMMISSIONE D’INCHIESTA PARLAMENTARE SUI CASI EMANUELA ORLANDI E MIRELLA GREGORI
Dopo la piena disponibilità del Governo Meloni, è via libera alla costituzione della commissione d’inchiesta parlamentare per far luce sul doppio caso di scomparsa tra Vaticano e Roma delle giovanissime Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. 7 maggio e 22 giugno 1983: in 40 giorni le giovani Mirella ed Emanuela spariscono senza mai più essere trovate, aprendo un “vaso di Pandora” su depistaggi, piste mai concluse, misteri e scandali che coinvolgono mezza storia della cronaca italiana degli ultimi 40 anni. La Bicamerale, inizialmente prevista solo sul caso Orlandi, è stata “allargata” anche sul caso della ragazza di 15 anni scomparsa a Roma per decisione della Commissione Affari costituzionali della Camera.
L’emendamento Morassut (Pd) è stato votato all’unanimità e permetterà l’avvio della commissione d’inchiesta sia sulla sparizione della cittadina del Vaticano Emanuela Orlandi che sulla giovane Mirella Gregori: il testo giunto oggi sarà ufficialmente in Aula il prossimo 20 marzo. Dopo la riapertura delle indagini in Vaticano e le ultime rivelazioni del fratello di Emanuela, Pietro Orlandi sulla presunta “trattativa” con la Santa Sede per la riconsegna del corpo (mai avvenuta ufficialmente e smentita dal Vaticano) ora sarà la commissione d’inchiesta ad occuparsi della vicenda.
ORLANDI E GREGORI, COSA SUCCEDE CON LA COMMISSIONE D’INCHIESTA: “GIALLO” SU TRATTATIVA VATICANO
«Il sottosegretario Mantovano di recente ha incontrato il fratello di Emanuela Orlandi manifestando la piena disponibilità del governo per tutto ciò che può fare piena luce sulla vicenda», spiegava il comunicato di Palazzo Chigi ad inizio marzo, annunciando il via libera alla commissione d’inchiesta parlamentare sul doppio caso Orlandi-Gregori. Nessun rinvio dunque come invece si paventava nei giorni scorsi, confermato poi anche dallo stesso Pietro Orlandi «la commissione non è stata rinviata ma confermata la calendarizzazione prevista per il 20 marzo in aula». Oggi al Quotidiano Nazionale il fratello di Emanuela aggiunge «Se tutto fila liscio il 20 marzo ci sarà il voto dell’aula e così, col passaggio poi al Senato, già a fine aprile si potrebbe cominciare. Il 20 sarò lì per guardarli negli occhi, me lo hanno promesso».
«Gioia e felicità. Finalmente si occupano anche di Mirella», commenta così Maria Antonietta Gregori, sorella di Mirella. Depistaggi, omissioni, “gialli” e potenziali delitti irrisolti: la storia di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori si intreccia ancora una volta e sarà la commissione a cercare di trovare, laddove ve ne siano, legami tra le due sparizioni. Si farà luce anche sulle durissime dichiarazioni di Pietro Orlandi nella recente ospitata a “DiMartedì”, in merito alla presunta “trattativa” con il Vaticano: «Uno dei magistrati, Capaldo, pochi anni fa ha avuto un incontro con due rappresentanti dello Stato Vaticano, una serie di incontri, il capitano della gendarmeria vaticana e il suo vice e venivano in rappresentanza dell’entourage di Ratzinger. In quel momento si parlava della sepoltura di De Pediis». Il Vaticano voleva che la magistratura togliesse quel corpo dalla Basilica di Sant’Apollinare perché imbarazzava molto la Chiesa: il magistrato Capaldo, denuncia ancora Orlandi, «in cambio chiese un aiuto per la questione di Emanuela. Alla fine di questi incontri Capaldo chiese, se Emanuela fosse morta, la restituzione del corpo. La risposta non è stata ‘come si permette’ ma ‘va bene, purchè la Procura – e qui c’è stata la corruzione vera e propri – imbastisca una storia verosimile che tolga qualunque responsabilità da parte del Vaticano. Il problema è che non si è fatto sentire nessuno». L’ex procuratore di Roma nonché attuale Presidente del Tribunale del Vaticano, Giuseppe Pignatone ha smentito su tutta la linea tale ricostruzione dicendo di non aver affatto ostacolato alcuna indagine. DI questo e di tanti altri “misteri” si dovrà occupare ora la commissione d’inchiesta parlamentare tra le più “infuocate” degli ultimi anni.