L’agricoltura italiana sta attraversando un periodo di profonda crisi che ha molteplici cause e che potrebbe essere aggravato dallo stop europeo a concimi e fertilizzanti, ma anche dall’introduzione del nuovo indicatore Eco-score. L’Eco-score ha l’obiettivo di qualificare i cibi in rapporto al loro impatto ambientale e fa parte del programma europeo Farm to Fork. Un intento nobile che però ha scatenato le ire dell’Ifoam, la più grande associazione di produttori biologici in Europa, al punto da presentare denuncia alla Corte di Giustizia domandando che l’Eco-score sia vietato per i prodotti alimentari.
Secondo l’Ifoam, infatti, l’ Eco-score servirebbe a dare una patente verde ai prodotti delle multinazionali a discapito di ciò che veramente è naturale (al punto che il semaforo rosso è già scattato per la bistecca e il Grana padano). Paolo Mascarino, presidente di Federalimentare interpellato dal quotidiano La Verità, ha infatti espresso preoccupazione notando che “l’algoritmo dell’Eco-score, che è stato sviluppato dal ministero dell’Ambiente francese con alcune Ong, dimentica che la sostenibilità non è solo un fatto ambientale, bensì anche economico e sociale”. Provocando un danno economico di immagine per le produzioni italiane, già bocciate dal semaforo rosso del Nutri-score europeo.
Agricoltura italiana in crisi tra costi crescenti e perdita di terreni: “impatto rilevante”
Il sistema a semafori, come quello del Nutri-score e dell’Eco-score, non solo potrebbero minacciare l’agricoltura italiana ma sono anche sostenuti dai colossi della distribuzione, a partire da Leclerc, Auchan, Metro e dalle multinazionali della nutrizione. L’agricoltura italiana nel 2022 ha già subito un brusco arresto registrando un calo di fatturato e soprattutto di consumi, mentre i costi di produzione sono volati oltre il 22%, ben al di sopra dell’aumento dei prezzi dell’8,5%.
Davide Vernocchi, Alleanza Cooperative, a La Verità spiega che “dossier comunitari, fortemente connotati dal punto di vista ideologico – riduzione fitofarmaci e norme sugli imballaggi – avranno un impatto rilevante sulle nostre imprese, già colpite dall’aumento dei costi energetici e delle materie prime”. Tra i prodotti dell’agricoltura italiana più colpiti dal divieto di fertilizzanti e concimi, le patate che sono passate da 70.000 a 30.000 ettari e i pomodori, che hanno assistito alla perdita in un anno dell’8,5% di superfice coltivata.