Secondo il filosofo del New York Times Noam Chomsky, a quanto riporta La Stampa, ChatGPT e le IA non sarebbero, nel concreto, altro che un abbaglio, rispetto al quale ci dovremmo guardare le spalle. Il filosofo, d’altronde, non è il primo a scagliarsi contro l’Intelligenza Artificiale creata da OpenIA e recentemente acquisita dal colosso dell’informatica Microsoft, ma per esempio anche Henry Kissinger si è esposto, denunciandone la presunta opera di distruzione dell’umanità. Meno tragico, Chomsky, avverte che “La mente umana non è come ChatGPT e i suoi simili”.
Chomsky sulle (non) Intelligenze Artificiali
Secondo Chomsky, parlando di ChatGPT, la mente umana a differenza delle IA “non si ingozza di terabyte” e non può essere ridotta ad un “motore statistico ingombrante”. Spiega, infatti, che la mente umana funziona diversamente, e costituisce un “sistema sorprendentemente efficiente e persino elegante” che si accontenta di “piccole quantità di informazioni”. Similmente, secondo lui, la mente umana “non cerca di dedurre correlazioni brutali tra i dati, ma di creare spiegazioni”.
Per spiegare meglio la differenza tra la mente umana e ChatGPT, ma anche le IA in generale, usa l’esempio di un bambino che apprende una lingua che è inconscio, automatico e rapido. La mente è un “sistema operativo innato, geneticamente installato [con] la capacità di generare frasi complesse e lunghi ragionamenti”. L’umano è fallibile, sicuramente, “ma ciò significa pensare. Per essere giusti dobbiamo sbagliare”. Le IA, spiega ancora Chomsky, “sono meraviglie dell’apprendimento automatico perché prendono enormi quantità di dati, ne cercano gli schemi e [generano] risultati statisticamente probabili”. Si tratterebbe, insomma, di una cosa “piccola e banale rispetto alla mente umana” che a differenza delle IA è l’unica cosa esistente a “fare un uso infinito di mezzi finiti”. Insomma, Chomsky conclude il suo ragionamento suggerendo l’esigenza di cambiare la denominazione Intelligenza Artificiale per ChatGPT e simili, perché non sarà mai in grado di essere, veramente, intelligente.