Un bambino di 12 anni è stato accoltellato durante una lite tra coetanei la scorsa notte in zona piazza Municipio a Napoli. Le ferite al dorso riportate sono state numerose: una, a sinistra, più profonda, ha intaccato un polmone e provocato una penetrazione di aria nel cavo che separa i due polmoni.
“Stava mangiando un panino con gli amici e poi è scoppiata una discussione con un gruppo di bambini come lui. Mi hanno detto che poteva morire, ma il bimbo adesso sta bene, grazie a Dio. Ho parlato pochissimo con mio figlio, ora gli porto il pranzo”, ha affermato il padre a Il Mattino davanti il Pronto Soccorso del Santobono, dove il piccolo è ricoverato. A salvare il dodicenne è stato un passante, che ha interrotto la lite davanti ad un pub per adolescenti e lo ha trasportato in ospedale. In passato, però, altri minori non sono stati così fortunati. “Oggigiorno tutti i ragazzini a Napoli stanno in queste condizioni in mezzo alla strada purtroppo. Penso che mio figlio non è il primo né l’ultimo che arriverà qui in quelle condizioni”, ha affermato la mamma.
Accoltellato a 12 anni per lite tra coetanei: l’appello dei medici
Il bambino di 12 anni accoltellato durante una lite tra coetanei adesso è in condizioni stabili e non è in pericolo di vita, ma ha rischiato tanto. La lesione subita, infatti, avrebbe potuto provocare delle conseguenze serie. “Sottoposto a una Tac, è stato evidenziato che il fendente ha sfiorato appena il polmone non causando danni al tessuto polmonare, ma giungendo ai tessuti circostanti”, hanno spiegato i sanitari del polo pediatrico partenopeo. Adesso i medici dovranno assicurarsi che la ferita non si infetti.
“Siamo tutti sotto choc. Negli ultimi anni abbiamo visto scendere sempre più l’età di questi ragazzi vittime di accoltellamenti e violenze. Solitamente si tratta di 16 o 17enni. Ora si arriva a 12 o 13 anni, quando si è poco più che bambini. Si aggirano per le strade armati di coltelli in una dimensione di presunto divertimento pronti allo scontro anche senza particolari motivi. Famiglie, scuola e istituzioni hanno il dovere di interrogarsi su cosa fare per frenare questa deriva che ha assunto i contorni di una vera e propria emergenza sociale. È un’escalation preoccupante”, ha commentato Giuseppe Fedele, il chirurgo del Pellegrini che per primo ha soccorso il bambino.