È prassi comune in alcune aziende, premiare i propri dipendenti e collaboratori attraverso l’assegnazione di azioni. Lo stesso avviene anche per gli amministratori di società, ma si tratta di un compenso in natura che rientra sulla base dell’imponibile del reddito di lavoro dipendente o assimilato già regolamentato da alcuni articoli del TUIR.
Premi aziendali in azioni: cosa dice la normativa
Ma in che modo vengono tassate questi premi aziendali in azioni? Sulla base dell’applicazione del cosiddetto principio di onnicomprensività, sono rilevanti anche le somme e i valori percepiti in relazione al rapporto di lavoro anche se queste sono quantificate in assegnazione di azioni.
Infatti l’articolo 60 del decreto legge 50/2017 presume che a certe condizioni, siano qualificate come redditi finanziari derivanti dal godimento o dal realizzo dei titoli che attiene ad eventi successivi e che riguardano sia il manager che il dipendente qualificato nella sua nuova veste di azionista e investitore.
E dunque, anche sulla base della riforma fiscale 2023 con la legge delega che subirà due anni di iter per l’attuazione, gli effetti delle eventuali plusvalenze e minusvalenze realizzate da quest’ultimo saranno assunte ai fini della determinazione dei redditi complessivi diversi di natura finanziaria già regolamentate dall’articolo 37 comma 1 lettera C e lettera C bis del Tuir.
Premi aziendali in azioni: come risponde l’Agenzia delle Entrate
L’Agenzia delle Entrate si è espressa attraverso l’interpello 249/ 2023 proprio chiarendo quest’ultimo punto. La richiesta riguardava un piano di performance shares che contempla l’attribuzione gratuita di azioni, e che è subordinata al verificarsi di alcune condizioni come il raggiungimento di livelli di patrimoniale patrimonializzazione, oltre al rendimento dei titoli.
L’amministrazione dunque disattende la prospettazione del contribuente ed evidenzia la distinzione di due momenti uno è l’acquisto o l’assegnazione del titolo di partecipazione oppure del beneficio economico che sia esso statico o dinamico (dividendo o plusvalenza).
L’articolazione temporale degli acquisti delle azioni da parte dei beneficiari attraverso un investimento iniziale seguito poi da alcune elargizioni gratuite, anche se è legata ad alcuni parametri di performance, attiene alla prima fase in cui il manager o dipendente diventa azionista. In questa situazione e dal momento che ha tutti gli acquisti andranno misurati secondo i fringe benefit, che verranno analizzati su base differenziale tra il valore normale del titolo e il corrispettivo pagato dal beneficiario ai sensi dell’articolo 9 del TUIR.