In primo grado fu assolto dall’accusa di omicidio volontario e condannato a 6 anni per distruzione di cadavere, ma in appello la sentenza è stata ribaltata con una condanna a 18 anni di reclusione: è la svolta giudiziaria a carico di Alessandro Pasini, 47enne finito a processo per la morte dell’amica Sabrina Beccalli, trovata carbonizzata nell’auto data alle fiamme a Crema, nel 2020. La storia della 39enne ebbe un risvolto incredibile quando i suoi resti furono inizialmente scambiati per la carcassa di un cane durante le indagini, e per questo smaltiti in un inceneritore.
Di lei, come ricostruito da Lombardia Nera, rimasero soltanto 910 grammi di reperti ossei che furono comunque capaci di restituire preziose risposte nell’ambito della ricostruzione del delitto, come confermato dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo in qualità di consulente della Procura di Cremona. Alessandro Pasini, che resta a piede libero, non sarebbe stato presente al momento della lettura della sentenza di secondo grado con rito abbreviato stabilita pochi giorni fa. Pasini si è sempre dichiarato estraneo alla morte di Sabrina Beccalli, attribuendo il decesso ad una overdose e sostenendo di aver appiccato l’incendio perché preso dal panico.
Le parole della sorella di Sabrina Beccalli sulla sentenza d’appello a carico di Alessandro Pasini
Soddisfazione della famiglia di Sabrina Beccalli a margine della sentenza ribaltata in appello a carico di Alessandro Pasini, accusato del delitto della 39enne avvenuto a Crema nel Ferragosto 2020. L’uomo, 47 anni, secondo quanto riportato da Lombardia Nera è stato condannato a 18 anni e 8 mesi di reclusione per omicidio volontario, distruzione di cadavere e danneggiamento dell’auto, ritenuto ora responsabile del delitto dopo l’assoluzione dall’accusa principale incassata in primo grado (dove fu riconosciuto responsabile della sola distruzione con pena di 6 anni).
Per l’accusa, l’imputato avrebbe ucciso Sabrina Beccalli in casa con un colpo alla testa e poi avrebbe dato alle fiamme auto e corpo nel tentativo di cancellare ogni traccia. L’analisi dei frammenti ossei avrebbero permesso ai consulenti della Procura di provare che si sarebbe trattato di omicidio. Per Pasini, in primo grado il pm aveva chiesto una condanna a 30 anni poi ridotta a 20 per il rito abbreviato. Teresa Beccalli, sorella della vittima, ai microfoni della stessa trasmissione condotta da Marco Oliva ha sottolineato la soddisfazione della famiglia per l’esito del secondo grado che ha ribaltato il primo verdetto dei giudici: “Nessuno potrà restituircela, ma siamo comunque soddisfatti anche se riteniamo che il fatto che fosse stata uccisa si poteva già provare in primo grado. Mi interessava che Pasini fosse accusato per omicidio volontario, purtroppo 18 anni e 8 mesi sono pochi, ma almeno ha la giustizia che merita. Quando è stato assolto, in primo grado, abbiamo pensato che fosse un errore madornale, ci è caduto il mondo addosso“.