Pinchas Goldschmidt, ex rabbino capo di Mosca, ha concesso un’intervista al quotidiano “La Croix”, nel corso della quale ha commentato la posizione antisemita della Russia e il controllo esercitato dal governo di Putin sugli esponenti religiosi. Prima, però, non ha potuto fare a meno di ripercorrere mentalmente gli orrori della guerra in corso in landa ucraina: “Sono rimasto profondamente choccato dal vedere i missili piovere su Kiev e decine di migliaia di ucraini lasciare il loro Paese. Improvvisamente la Russia è cambiata, in peggio. I leader della comunità ebraica hanno immediatamente deciso di non dire nulla e di non sostenere la guerra”.
A quel punto, però, in maniera alquanto celere, “la pressione del governo sui leader religiosi è aumentata, chiedendo il sostegno all’invasione. Per me non era possibile né morale cedere, non fare di tutto per criticare questa catastrofe e prenderne le distanze”. L’ex rabbino capo di Mosca ha quindi evidenziato che, secondo alcune stime, oltre 100mila famiglie sono state distrutte dal conflitto: “Il Paese si è isolato dal mondo occidentale, dai valori dei diritti umani e da tutti quelli che costituiscono le fondamenta della civiltà occidentale. Oggi la Russia sta tornando al suo passato totalitario, ai tempi dell’Unione Sovietica”.
EX RABBINO CAPO DI MOSCA: “IL CONTROLLO DELLA RUSSIA SUI LEADER RELIGIOSI È FORTISSIMO”
Il mantra russo secondo cui l’Ucraina sarebbe governata dai nazisti, ha proseguito l’ex rabbino capo di Mosca su “La Croix”, è “fantascienza. Mostratemi un solo Paese al mondo in cui vi sia una comunità ebraica attiva sotto un regime nazista! Dopo la Seconda Guerra Mondiale e la collaborazione di alcuni dei suoi leader all’Olocausto, l’Ucraina ha vissuto una vera e propria rinascita ebraica a partire dagli anni Novanta. Le accuse di neonazismo sono propaganda e menzogna”.
Il 90% dei leader ebrei non ha sostenuto la guerra e “ha taciuto per evitare l’arresto. Molti leader ortodossi, musulmani e talvolta protestanti hanno appoggiato l’invasione. Ripeto: la Russia è oggi un Paese semi-totalitario. Il controllo delle autorità sui leader religiosi è estremamente forte. Questi ultimi hanno paura di questo controllo e della reazione delle autorità se dovessero opporsi alla guerra. Nella Chiesa ortodossa, questo controllo è ancora più soffocante”, ha chiosato l’ex rabbino capo di Mosca.