“L’Occidente dovrebbe fare la faccia un po’ più dura, un po’ più cattiva, altrimenti non se ne esce”. La guerra in Ucraina continua a mietere vite e non si vedono all’orizzonte prospettive di pace.
Per Vincenzo Giallongo, colonnello dei carabinieri in congedo che ha partecipato a numerose missioni estere in Albania, Iraq, Kuwait e Kosovo, la strada che deve imboccare adesso l’Occidente è quella di una posizione più decisa. Altrimenti la pace resta un miraggio.
Colonnello, come vanno inquadrati questi sconfinamenti o avvicinamenti dei caccia russi all’Estonia nel contesto della guerra?
Tolto il caso dell’Estonia, nel quale probabilmente il caccia ha sconfinato, è lecito che lo spazio aereo, finché non si entra in quello dei singoli Paesi, venga percorso. Probabilmente era lecito anche il percorso del velivolo americano, o forse ha sforato un po’, non dimentichiamoci che era un drone e che era lì per spiare sul Mar Nero vicino alle coste della Crimea, quindi i russi lo hanno abbattuto. Il problema ora però è un altro: credo che si sia lasciato troppo campo libero ai russi fin dall’inizio.
Bisognava intervenire più decisamente?
Quando Putin faceva andare avanti e indietro sulla frontiera i mezzi militari russi, aspettando tre mesi buoni prima di invadere l’Ucraina, stava cercando di capire il comportamento degli occidentali. La Nato avrebbe dovuto inventarsi, insieme all’Ucraina, una esercitazione internazionale, all’interno del territorio ucraino, per valutare le possibilità di ingresso dell’Ucraina nella Nato. I buoni motivi ci sarebbero stati. E i russi si sarebbero fermati. Ci sarebbero state proteste internazionali, ma i russi si sarebbero ben guardati dall’entrare in Ucraina con il rischio di colpire forze Nato che erano già lì.
Questo approccio cosa dovrebbe suggerire ora?
A un certo punto abbiamo creato dei gruppi di mercenari, di volontari che sono andati a combattere per difendere la libertà dell’Ucraina. Tra questi molti stranieri. In quell’occasione Putin ha detto che i soldati catturati non ucraini, che erano di queste “bande militari”, li avrebbe fucilati, perché non li considerava dei soldati ma solo malfattori. Ma allora perché noi non lo facciamo con gli uomini della Wagner? È un reparto armato privato, sono mercenari che vengono pagati dal Governo russo, ci sono russi ma anche un sacco di stranieri. Sono dei contractor.
I contractor li hanno anche gli americani.
Sì ma gli americani, lo so avendo fatto più di dieci anni in missioni all’estero, li usano nei check point, nei controlli agli ingressi delle loro basi, non in combattimento. La Wagner inviene viene utilizzata anche in combattimento. A questo punto perché non interviene la Nato? Se fossi Zelensky chiederei alla Nato aiuto nei confronti di questi banditi, che non sono forze armate russe ma mercenari privati. Dovrebbe essere un aiuto che la Nato fornisce esclusivamente contro la Wagner.
Un intervento di questo genere non significherebbe una dichiarazione di guerra vera e propria?
No, se si chiarisce prima che si va a dare una mano per contrastare dei mercenari e che non verranno sparati colpi verso le truppe russe. Bisogna essere realisti: i carri armati per gli ucraini non sono ancora arrivati, gli aerei neanche, la Russia sta tentando una grossa azione di forza cercando di conquistare più territorio possibile prima che inizi una controffensiva ucraina. Vogliamo veramente a questo punto arrivare a un pari e patta sulla pelle di centinaia di migliaia di ucraini? Allora tanto valeva far entrare i russi prima, avremmo risparmiato tutti questi morti.
La strada del negoziato non è percorribile?
Capisco che siamo occidentali, che siamo in democrazia, che dobbiamo stare attenti all’opinione pubblica rispetto ad altri Paesi nei quali, purtroppo, è tacitata completamente. Ma qualcosa dobbiamo fare: cominciare a dire che gli uomini della Wagner se ne devono andare entro 15 giorni. Iniziare con dichiarazioni e vedere come reagiscono e, se è il caso, andare avanti. Anche perché un Occidente più duro metterebbe sul chi va là anche la Cina.
Proprio la Cina sta svolgendo esercitazioni navali nel golfo di Oman con la Russia e con l’Iran.
Facendo la voce grossa dobbiamo cercare di allontanare gli “alleati” dei russi, in questo caso la Cina, e se è il caso anche compiere qualche atto dimostrativo. Qualcuno pensa che la Russia utilizzi l’atomica? Non ci credo. Un conto è dire che lo fai, un conto poi è farlo. L’entourage intorno a Putin è gente che sta bene, non vuole sparire dalla terra per questo.
Ma la Nato riuscirebbe a rimanere unita su questa linea?
Potrebbero esserci forti contrasti nel mondo occidentale, però la Nato è l’America, noi siamo soltanto dei comprimari. Se americani e inglesi alzassero la voce, obtorto collo gran parte degli europei dovrebbero piegarsi. Ma questo nell’interesse veramente di una futura pace. Sono militare e certamente non voglio la guerra, però non voglio una pace che mi schiacci, ma che sia equa. Dobbiamo fare la voce grossa oppure, ma avremmo già dovuto farlo, rifornire fortemente di armi gli ucraini, armi come quelle che hanno gli Usa. In questo momento non possiamo subire oltre.
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