La mamma Alessandro Venturelli, Roberta, continua incessantemente a cercarlo ormai da 27 mesi, quando ha perso completamente le sue tracce. Era, infatti, il 5 dicembre 2020 quando il ragazzo di 22 anni è stato ripreso per l’ultima volta dalla telecamera di sicurezza dell’abitazione in cui viveva mentre usciva, zaino in spalla, dal cancello. Il padre l’avrebbe seguito, ma tornato indietro per riportare il cane in casa, ne avrebbe completamente perse le tracce.
Cosa è successo dunque ad Alessandro Venturelli? Sua madre Roberta non sa darsi una spiegazione, soprattutto a fronte di alcuni indizi piuttosto particolari. Da alcuni mesi, racconta lei, “ho cominciato ad avere difronte un ragazzo più scostante, mi diceva che doveva crescere. Poi un’escalation. 10 giorni prima inizia a dirmi che ha paura, che si sente manipolato, mi diceva di stare attenta quando andavo in giro”. Quella mattina litiga con la madre, le rompe gli occhiali e le mette le mani al collo. Alessandro prova ad uscire dalla casa dopo essersi composto uno zaino, ma lasciando il cellulare a casa, la madre Roberta e il padre lo vedono e lo fermano, ma dopo un attimo riesce comunque ad uscire, sparendo di fatto nel nulla.
Cosa è successo ad Alessandro Venturelli? La madre Roberta in Olanda
Alessandro Venturelli, racconta ancora sua madre Roberta, non aveva il cellulare, e dalle perizie del telefono è emerso che aveva cercato le traduzioni di “manipolatore” e “quanto distano le vostre case da Amestardam?“. Risultano anche i tag di due localizzazioni, una dalla Finlandia e una da Amsterdam. “Nel tag ci sono una serie di emittenti televisive circondate da un parco”, racconta la madre, che in Olanda non ha trovato nulla. Il 17 ottobre scorso una donna olandese informa di aver visto un ragazzo molto simile ad Alessandro, trasandato e con i lacci delle scarpe diverse, ma la polizia non indaga perché non riconosce il fascicolo della polizia italiana.
Roberta: “Alessandro? Non lo vedo come un clochard”
La madre di Alessandro Venturelli, Roberta, è stata ospitata a Quarto Grado, dove ha parlato del figlio. In questi mesi, racconta, “ho ricevuto delle telefonate strane, ma non l’ho mai più sentito. Non ha mai risposto” alle domande su cosa le preoccupasse, “mi diceva di non preoccuparmi, di crederlo, di stare attenta quando andavo in giro e con il senno del poi uno dei mie più grandi sensi di colpa è non aver indagato abbastanza. Un mio grosso dubbio è che qualcuno lo aspettasse in una stradina”. Sulla pista olandese, confessa che “faccio molta fatica ad immaginarlo come un clochard, ma devo tenere presente che quello che è andato via da casa, non era il ragazzo che conoscevo io”.