Milena Gabanelli ha svelato di essere diventata una giornalista televisiva dopo aver visto un film del 1973, leggasi «La maman et la putain», che tradotto significa «La mamma e la pu*tana». Una pellicola, come racconta la stessa, che è stata vista da pochi, e che è sparita per 50 anni: il film scandalo è tornato al cinema Arlecchino di Milano nella giornata di ieri. Il motivo della sparizione è semplice, il regista, Jean Eustache: “decise di ritirare dal mercato le bobine del suo più grande film «…perché la mia compagna dopo averlo visto si è suicidata…», mi confidò. Alla fine si suicidò anche lui, a soli 42 anni. Ho raccontato raramente questa storia, per pudore, o anche un senso di colpa, perché la mia carriera televisiva inizia con la sua disgrazia”.
Milena Gabanelli racconta ancora: “«Questo film non deve vederlo più nessuno» dichiarava nelle interviste”, ma negli anni ’80, quando la giornalista aveva 25 anni, aveva messo su una cooperativa che organizzata rassegne cinematografica e aveva deciso appunto di recuperare il film della discordia: “In molti mi avevano sconsigliato di perdere tempo. Io lo chiamai (il regista ndr), mi diede appuntamento in un bar, gli raccontai cosa volevo fare, e lui mi disse «va bene»”. Milena Gabanelli riuscì a organizzare l’incontro e a far arrivare la bobina del filma, ma sul più bello lo stesso regista bloccò tutto: “si fiondò dal proiezionista e lo fece sbobinare. Il pubblico era ammutolito, io disperata. Il giorno dopo, con gli occhi gonfi di una notte passata a piangere, andai da lui in albergo furiosa: gli dissi che il suo c… di film poteva tenerselo se non voleva che venisse visto, che avevo lavorato tanto per niente, ed ero stata pure derisa. E lui, a mente sobria, capì”.
MILENA GABANELLI: “NEL 2005 VIDI UNA DEDICA A JEAN ESUTACHE E…”
Milena Gabanelli lo fece quindi tornare sui suoi passi: “Quella sera (ultimo giorno di rassegna) acconsentì alla proiezione, ma a condizione di fargli compagnia fuori dalla sala. Lo portai a cena, mi raccontò aneddoti divertenti sui cineasti francesi. Dopo un’ora e mezza mi alzai: «Adesso vado a vedermi almeno la fine del film, tu fai quello che vuoi». Mi seguì, si andò a sedere in fondo alla sala, e cominciò a singhiozzare, mentre scorrevano le immagini di quel triangolo amoroso. Lui stesso infatti aveva lasciato la sua compagna per frequentare l’attrice Françoise Lebrune, la musa che in quel dramma onirico interpretava Veronika, oggetto del desiderio e pietra dello scandalo. E lei, l’ex compagna, per quel film si era uccisa. Fu così straziante che del film non ricordo nulla”.
Il novembre dell’anno dopo Jean Eustache si suicidò sparandosi al cuore. 25 anni dopo, nel 2005, Milena Gabanelli vide al cinema Broken Flowers, un film drammatico con Bill Murray e Sharon Stone, dedicato “a Jean Eustache” con dedica in apertura: “Ero probabilmente l’unica in sala a sapere chi fosse – ha raccontato – è in quel momento che ho pensato «senza la sua disgrazia chissà come sarebbero andate le cose… forse nello stesso modo… o forse no»”.