Consueto spazio dedicato alla scienza durante il programma Che Tempo Che Fa, talk condotto da Fabio Fazio andato in onda ieri sera in diretta su Rai Tre. In studio vi era il professor Roberto Burioni, virologo del San Raffaele di Milano, accompagnato dal professor Alessandro Aiuti, primario dell’Unità Operativa di Immunoematologia Pediatrica all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, un luminare nel campo della cura dell’Aids, che negli scorsi giorni ha presentato il suo libro “La cura inaspettata” attraverso cui vengono ricostruiti 40 anni di ricerca proprio sulla malattia. “Il libro racconta di questa storia molto avvincente di scienza e di emozioni, di ricordi – spiega Alessandro Aiuti in diretta tv – come mio papà ha iniziato a combattere l’HIV come medico e comunicatore”.
E ancora: “La sfida è di arrivare a curare sempre più malattie genetiche grazie a queste tecnologie e alle tecnologie che arriveranno nei prossimi anni”. Poi Aiuti ha proseguito: “L’unico strumento è la comunicazione corretta, la prevenzione e la lotta contro la discriminazione”, e in studio passa quindi la storica foto di Alessandro Aiuti e il padre Fernando, mentre baciano una paziente sieropositiva che smontò la falsa teoria secondo cui l’HIV si può trasmettere tramite un bacio.
ALESSANDRO AIUTI, DAL COVID ALLA FAMOSA FOTO DEL BACIO
Alessandro Aiuti ha paragonato per certi versi l’Aids allo scoppio della pandemia di covid: “La pandemia causava migliaia di morti e non c’erano farmaci e vaccini. All’inizio non si riusciva a diagnosticare il virus. I medici si trovavano a combattere contro un virus, ma non c’erano cure”.
Burioni ha aggiunto: “Questa diagnosi dell’infezione da parte del virus che causa l’AIDS è stata per molti anni una condanna a morte, fino a quando la scienza è riuscita a mettere a punto una cura che ora fa sì che chi si infetta con questo virus non muore”. Luigi Naldini, Direttore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica e Professore all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, presente anch’egli in studio, ha concluso: “Oggi si stanno combattendo i tumori inserendo delle molecole che rendono le cellule killer dell’immunità capaci di attaccare in modo efficace i tumori”.