Alberto Bagnai, il responsabile economico della Lega, ha rilasciato un’intervista al quotidiano La Verità in cui ha esposto quali saranno i prossimi punti salienti delle norme fiscali previste dal governo Meloni. Partendo dal salario minimo, tra gli argomenti più discussi, spiega che “la sinistra negli ultimi 40 anni ha assistito al crollo della quota salari“, ragione per cui ora non può fare la paternale in materia di redistribuzione fiscale.
Bagnai, infatti, spiega che “la stessa UE dice che non esiste un tema di salario minimo in Paesi come l’Italia, dove la contrattazione collettiva ha una copertura estesissima”. Sostiene, infatti, che “se in Italia c’è un problema di salari, e c’è, va cercato nel ruolo dei sindacati [che] forse non volevano disturbare i manovratori di sinistra”. Parlando, invece, della delega fiscale, che l’opposizione in governo sostiene essere mancante di alcuni particolari, Bagnai spiega che “è fisiologico che manchino tutti i dettagli [perché] saranno definiti nei decreti delegati”, ma di contro inizia ad inticipare uno dei punti salienti “la flat tax, storica battaglia della Lega”.
Bagnai, la flat tax e le banche centrali
In merito alla flat tax, Alberto Bagnai spiega che non è un favore ai ricchi perché “la progressività è determinata dal meccanismo delle detrazioni più che dalla crescita delle aliquote”. Interrogato, invece, sui fondi necessari per portala a pieno regime, stimati a 5 miliardi, “la copertura sarà garantita da un fondo nel quale finiranno le maggiori risorse derivanti da altri interventi. Non c’è nessun rischio di tracollo dei conti pubblici“.
Nel nuovo decreto, spiega ancora Bagnai, sarà anche prevista una semplificazione delle norme fiscali al fine di rendere “il fisco nazionale più decifrabile, anche per gli investitori esteri”. E rimanendo all’estero, ha parlato anche del rialzo dei tassi da parte della BCE, spiegando che “sono in un vicolo cieco. Se alzano i tassi d’interesse rovinano l’economia reale. Se li alzano, smentiscono la loro ragion d’essere [di] controllare l’inflazione tramite i tassi d’interesse”. Parlando, infine, del caso Credit Suisse e Svb, Bagnai ritiene che “le cose andranno male per un motivo molto ovvio. La lunga epoca dei tassi bassi ha determinato erogazione imprudente di credito” con l’esito che conosciamo. “Quale sarà la prossima banca a cadere non possiamo saperlo”, conclude, “ma il contesto che si è venuto a creare fa pensare ad altre bolle pronte a scoppiare“.