Con la diffusione massiccia dell’IA e di programmi come ChatGPT e GPT-4, si corre il rischio di un’ulteriore diffusione dei cybercriminali, i criminali della rete. Se ne parla stamane sul quotidiano transalpino Le Figaro, riportando l’alert di Sam Altman, CEO di OpenAI, società che ha appunto creato i due programmi di cui sopra: “Dobbiamo stare attenti, Ora che sanno scrivere meglio i codici informatici, potrebbero essere utilizzati per degli attacchi informatici”, ha detto riferendosi a ChatGPT e GPT-4. Si tratta ovviamente di software molto “potenti” che messi nelle mani sbagliate rischiano di trasformarsi in una bomba a orologeria.
Ovviamente è difficile ora come ora quantificare un eventuale danno visto che la diffusione delle GPT è abbastanza recente, ma secondo gli addetti ai lavori si sarebbe già notato un aumento degli attacchi hacker tramite l’AI negli ultimi tempi. Ad esempio, secondo i ricercatori della società Nord VPN, il numero di messaggi sui forum del dark web su come manipolare ChatGPT sarebbe passato da 120 dello scorso gennaio a 870 a febbraio, un aumento quindi del 625%. Benoit Grunemwald, esperto di sicurezza informatica presso ESET Francia, aggiunge: “L’uso dell’intelligenza artificiale da parte di malintenzionati non è nuovo. La semplicità di attuazione offerta da ChatGPT, potrebbe permettere di aumentare l’efficienza e la quantità di contenuti dannosi”.
CHATGPT E ATTACCHI HACKER: “UTILIZZIAMO L’IA PER DIFENDERCI…”
Attraverso questi programmi si possono creare delle porzioni di codice che potrebbero essere dannose, e che consentono delle intrusioni senza aver di fatto alcuna competenza nel campo. “Per i pirati neofiti, quelli che hanno cattive intenzioni ma non necessariamente le competenze tecniche per utilizzarli è uno strumento magico” sottolinea José Araujo, direttore tecnico di Orange Cyberdefense.
Uno scenario quindi tutt’altro che positivo, ma c’è chi ribalta la questione, sottolineando come l’IA, di contro, possa aiutare a meglio difendere i proprio sistemi informatici: “È necessario che gli attori della sicurezza informatica utilizzino le funzionalità AI per migliorare le difese, una classica competizione fra arma e corazza”, conclude Jacques Boschung, amministratore delegato dell’azienda di sicurezza Kudelsky.