Nessun rischio che i consumatori confondano il Cacio romano e il Pecorino Dop: lo ha stabilito la Suprema Corte. I due formaggi laziali hanno proseguito la loro storica battaglia davanti ai giudici, che hanno stabilito che non sussiste il pericolo di confusione per i consumatori. Non c’è rischio di comprare dunque l’uno per l’altro, preoccupazione del Consorzio per la tutela del Formaggio Pecorino Romano Dop, che aveva fatto ricorso. La sentenza ha decretato la vittoria del Cacio romano, che potrà continuare ad essere venduto con il suo marchio.
La Cassazione ha infatti definito il formaggio “conforme ai principi di correttezza professionale”: non c’è il rischio di confonderlo con il Pecorino Romano Dop e dunque i giudici lo hanno completamente “scagionato”. Sono infatti realizzati con tipi di latte differenti e non hanno le stesse caratteristiche.
Cacio romano e Pecorino romano, nessun rischio di confusione
Il processo nei confronti del Cacio romano è arrivato in Cassazione, dove con il verdetto 7937 è stato confermato quanto stabilito in secondo grado ad agosto 2018: all’epoca era stata ribaltata la sentenza di primo grado che, invece, aveva vietato l’uso del marchio “cacio romano”. Da quel momento era nata una “guerra” che aveva portato al sequestro delle forme in giacenza e vendute dal caseificio di Roma. I giudici hanno stabilito l’addebito di 6400 euro di spese legali al Consorzio per la tutela del formaggio pecorino romano Dop.
Il marchio del Cacio Romano è registrato dal 1991 mentre il Pecorino Romano è Dop, con riconoscimento della Commissione Europea, dal 1996. I due formaggi hanno la stessa indicazione di provenienza, ma hanno caratteristiche diverse. La Corte d’Appello aveva definito “il Pecorino dop come un formaggio aromatico e piccante, stagionato, impiegato essenzialmente come formaggio di grattugia, prodotto con latte di pecora, mentre il Cacio Romano come formaggio dolce, semistagionato, che richiama la caciotta a pasta molle di latte anche vaccino, che non si può grattugiare ed è quindi impiegato solo come formaggio da tavola”. Dunque, nessun rischio di confusione.