Il 31 marzo 2023 dovrebbe ricadere la scadenza per la tregua fiscale, ma il pacchetto di misure introdotto con la legge di bilancio 2023 potrebbe invece slittare.
Tregua fiscale 2023: i motivi di una proroga
Come precisato ieri da ilsussidiario.net, i contribuenti che hanno ricevuto un atto dell’Agenzia delle Entrate notificato entro il 31 marzo 2023,3 potrebbero accedere a una delle tante sanatorie già previste dalla normativa. Tutte le irregolarità formali sono infatti considerate sanabili e non procedibili in giudizio. Ma per quanto concerne gli atti notificati dopo questa data, questi precluderebbero una scelta di adesione.
Se però l’atto non dovesse essere notificato al contribuente, non si potrebbe decidere di aderire alla sanatoria e per questo motivo il Ministero dell’Economia potrebbe anche introdurre alcuni correttivi al decreto legge blocca cessioni, dl 11/23 che potrebbe addirittura introdurre il rinvio dei termini in scadenza al 31 marzo.
Quella del 31 marzo è la data spartiacque, quella che decreta il termine ultimo per un ingente numero di sanatorie all’interno del pacchetto della cosiddetta tregua fiscale. Le sanatorie concernono sia gli atteggiamenti da parte del contribuente, sia per quanto concerne gli atti notificati dall’amministrazione finanziaria.
Tregua fiscale 2023: la questione delle sanatorie per i contribuenti
Dal lato del contribuente un esempio è il cosiddetto ravvedimento operoso speciale e la sanatoria delle irregolarità formali. In merito a ciò, il contribuente dovrebbe presentare entro il 31 marzo la dichiarazione integrativa e procedere al pagamento delle somme dovute.
Per quanto concerne le irregolarità formali bisognerà effettuare il pagamento di 200 euro per il periodo d’imposta che si intende regolarizzare, la prima rata sarà di 100 euro.
Ma è inutile girarci attorno, la data del 31 marzo è ormai troppo vicina e per questo motivo al Ministero dell’Economia e delle Finanze si sta pensando ad una proroga, oppure ad introdurre la possibilità di aderire in acquiescenza e quindi instaurare la fase di accertamento con adesione, beneficiando della riduzione ad 1/18 (un diciottesimo, n.d.r.) del minimo delle sanzioni.
La scadenza è attualmente prevista dalla legge 197 del 2022, ma da quando è entrata in vigore la norma, alcune senatorie non potevano essere esperite in modo automatico. Infatti è stata la risoluzione 6/223 a identificare i codici tributo per il versamento delle somme dovute in base al ravvedimento operoso, oppure in relazione alla sanatoria delle irregolarità formali.