INCHIESTA ‘LAVERITÀ’: “ABBIAMO AFFITTATO UN UTERO IN 5MINUTI”
La polemica politica impazza nelle ultime settimane sull’utero in affitto, specie dopo il pressing dell’Europa per far accettare a tutti i Paesi Ue la registrazione dei figli di coppie omogenitoriali (e dunque, surrettiziamente, accettare anche la maternità surrogata che in Italia, e non solo, è un reato): ebbene, oggi su “LaVerità” viene pubblicata una lunga inchiesta dove viene dimostrato come sia semplice e “rapido” – sborsando però più di 30mila euro – affittare un utero “comodamente” dal proprio pc.
Insomma, tutt’altro che un “atto di amore” o una GPA “solidale”, come ripetono dalla piazza arcobaleno e come ritengono leader della sinistra come Elly Schlein, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli: «se avessimo davvero voluto proseguire con il programma di “gestazione per altri”, avremmo dovuto sborsare almeno 30.000 eu-ro. Tutt’altro che un iter difficile, tutt’altro che un gesto di altruismo gratuito», scrive Alessandro Rico che per “La Verità” ha contattato e contrattato in poche chat online l’acquisto letteralmente di un bambino. Il sito contattato dal quotidiano diretto da Maurizio Belpietro è stato “surrogate-motherhood.com” gestito dalla piattaforma “Success”. Sede a Cipro, filiali in Usa e Israele ma anche in Ucraina: le cliniche di appoggio invece sono sparse tra il Sud America, la Georgia e la Grecia.
“CI HANNO DETTO ‘TRANQUILLI, LA MADRE VUOLE SOLO I SOLDI E NON IL BAMBINO”
Il catalogo dell’utero in affitto di “Success” è un vero e proprio listino con tanto di prezzi come fossero “normali” prodotti, con la piccola particolarità che si tratta di cifre monstre e soprattutto che il “prodotto” è un bambino in grembo. «Le proposte dell’organizzazione spaziano dai coupon per etero non sposati – alla modica cifra di 13.000 euro – fino al pacchetto Vip, da 53.250 euro, “con la certezza al 100% di tornare a casa con il bambino”, spiega la società». Non appena entrati nella home page, rileva “La Verità”, si entra subito in collegamento chat con una consulente: le offerte di “Succes” funzionano tanto per le coppie LGBT quanto per quelle etero.
Si può provvedere alle varie operazioni necessarie per mettere a punto l’utero in affitto andando direttamente in “loco”, oppure la versione più “smart”: «Se scegli di partorire nel tuo Paese di residenza, affitti tu stesso un alloggio per la madre surrogata, organizzi il parto e stipuli anche un’assicurazione sanitaria». Qui il problema, visto che in Italia la pratica della GPA è vietata per legge: nessun problema, basta non rivelare in ospedale che quella donna è in realtà una “madre surrogata”. Viene detto ai clienti che la donna «verrà a partorire come fidanzata o amica […] Nessun atto di amore». I gestori dell’azienda contattata da “La Verità” sono stati netti e chiari, cercando di rassicurare la presunta coppia dall’altra parte dello schermo (ignari fossero dei giornalisti, ndr): «ci hanno detto che le donne che prestano il proprio grembo lo fanno solo e soltanto per denaro», come a dire che non ci saranno problemi d’ogni sorta come ripensamenti all’ultimo momento della madre “surrogata” anche davanti al bimbo appena partorito. “Success” garantisce per i clienti che la donna surrogata non cambierà idea: «La madre surrogata firmerà assieme agli avvocati, tutti i documenti necessari per il bambino», inclusa la rinuncia a interferire nella sua vita». Davanti però alle continue perplessità dei clienti-infiltrati l’agenzia garantisce in maniera definitiva: «Dopo un anno puoi iniziare a privare la mamma della sua maternità […] Le ragazze che fanno queste cose hanno già tutte dei figli. Lo fanno solo per soldi, per dare un futuro ai loro figli. Non sono interessate ai vostri. Per loro è un lavoro: portano a termine una gravidanza, si riposano un po’ e ricominciano».