Damiano Michieletto a Oggi è un altro giorno parla della sua passione per l’opera lirica: «Non ho mai avuto una folgorazione, l’ho amata facendola». Peraltro, l’opera è ovunque, anche nei Queen. «La voce di Freddie Mercury per me è un antidepressivo, quando sono giù lo ascolto. Trovi di nuovo la grinta e butti via i cattivi pensieri». L’anno prossimo arriverà in Italia “Animal Farm“, lavoro in cui la lirica incontra George Orwell. «Volevo prendere questa storia e farne un’opera lirica, perché è una favola diretta, ma anche un’allegoria sul potere, sui meccanismi che regolano la società». Poi ha trovato il compositore Alexander Raskatov: «Ha una storia personale molto legata alla Russia, non conosceva questo testo perché lì era proibito». Insieme hanno creato qualcosa di coinvolgente.
Damiano Michieletto si lancia poi in una riflessione personale: «Gli errori che ho fatto artisticamente sono avvenuti quando ho avuto paura. La prudenza sul palcoscenico non è utile e la paura ti blocca». (agg. di Silvana Palazzo)
Damiano Michieletto, chi è il regista veneziano
Damiano Michieletto sarà ospite di Serena Bortone nella puntata di oggi, venerdì 24 marzo, di Oggi è un altro giorno. Michieletto è regista dell’opera “Animal Farm”, nuovo lavoro del compositore russo Alexander Raskatov, tratto dall’omonimo capolavoro di George Orwell (“La fattoria degli animali”). Veneziano classe 1975, si è laureato in lettere e diplomato alla Paolo Grassi di Milano. Debutta al festival di Wexford nel 2003 con l’opera “Švanda Dudák” di Jaromir Weinbeger.
Il successo in terra irlandese gli apre le porte per l’esordio nel 2004 a Pesaro con “Il trionfo delle belle” di Stefano Pavesi e l’anno successivo a Firenze con “Il barbiere di Siviglia”. La consacrazione internazionale definitiva di Michieletto arriva quando Alexander Pereira, diventato sovrintendente del Festival di Salisburgo, gli affida la nuova produzione di “Bohéme” nel 2012 e quella di “Falstaff” nel 2013, ambientata nella Casa di riposo per musicisti di Milano.
Damiano Michieletto: “Il linguaggio dell’opera è fighissimo”
Ricordando il suo percorso lavorativo, Damiano Michieletto ha detto intervistato da Repubblica: “Alla Paolo Grassi, dove seguivo il corso di regia, un insegnante giapponese, Kuniaki Ida, mi disse: tu devi fare l’opera, è lo strumento ideale per veicolare le tue visioni. Poi venne l’estate, non avevo dimenticato quel suggerimento, presi l’automobile e andai al Festival di Aix-en-Provence a vedere il Don Giovanni diretto da Abbado, regia di Peter Brook… Fu quella la mia prima esperienza da spettatore consapevole, e mi resi immediatamente conto che il linguaggio dell’opera è fighissimo: hai una storia, la musica, i cantanti, le scene, le luci, un’équipe che lavora con te”. A inizio marzo, Al National Opera & Ballet di Amsterdam, si è tenuta la prima di “Animal Farm”. Il libretto è dello scrittore e drammaturgo britannico Ian Burton. Le scene sono firmate da Paolo Fantin, i costumi da Klaus Bruns, le luci sono curate da Alessandro Carletti e la coreografia è di Thomas Wilhelm.