Decine di laureati alle Università della Difesa cinesi, che lavorano in aziende britanniche di armamenti, potrebbero essere spie per Pechino. Sono infatti sospettati di raccogliere informazioni per le forze armate cinesi. Ne parla il Daily Mail, spiegando che invece negli Stati Uniti è negato il visto alla maggior parte di loro proprio in seguito alle accuse di svolgere un ruolo chiave nella formazione del personale per le forze armate cinesi e nello spionaggio. Il quotidiano britannico ha scoperto che sono oltre 30 i laureati di queste università che hanno lavorato recentemente o lavorano attualmente, o in collaborazione, per una serie di aziende chiave britanniche, come l’industria della difesa e della sicurezza e le infrastrutture nazionali.
Uno avrebbe condotto ricerche per il jet Typhoon, invece altri hanno lavorato a progetti per BAE Systems Military Air and Information, come risulta da un controllo dei profili LinkedIn svolto dal Mail. Un altro ancora ha collaborato con BAE Systems per studiare le interferenze elettromagnetiche negli aerei e nei veicoli militari. Almeno nove hanno lavorato presso Rolls-Royce, tra cui un ingegnere che ha contribuito allo sviluppo dei laboratori di test aerospaziali militari dell’azienda. Uno ha contribuito a sviluppare «sistemi di comunicazione e videosorveglianza wireless» per «servizi di sicurezza militari e professionali» presso un’azienda di telecomunicazioni britannica.
SPIE CINESI IN UK? L’INDAGINE DEL DAILY MAIL
Non c’è alcun sospetto di illeciti riguardo queste persone, precisa il Daily Mail, ma il numero di laureati provenienti da queste università che occupano posizioni sensibili nel Regno Unito ha sollevato preoccupazioni. Gli esperti di sicurezza hanno avvertito che la Cina esercita abitualmente pressioni su scienziati e studenti espatriati affinché «rubino aggressivamente» ricerche e segreti all’estero per far progredire l’agenda cinese a spese delle potenze rivali. «Dobbiamo svegliarci di fronte al pericolo molto reale rappresentato dai servizi di intelligence di Pechino, che indirizzano gli studenti ai programmi di ricerca e li interrogano quando tornano a casa. I vantaggi per la Cina sono evidenti: accedono alla nostra ricerca militare e replicano la scienza senza i costi associati», ha dichiarato l’ex colonnello dell’intelligence militare Philip Ingram.
«Le università sono una porta di servizio per la nostra industria della sicurezza. Dobbiamo risolvere la questione o potrebbe portare a seri problemi in seguito», ha affermato invece Sir Iain Duncan Smith, ex leader dei conservatori e co-presidente dell’Alleanza interparlamentare sulla Cina. Un portavoce del governo britannico si è limitato a dire: «Non accetteremo collaborazioni che compromettano la nostra sicurezza nazionale». Invece, un portavoce di BAE Systems ha dichiarato che chiunque lavora per loro «deve sottoporsi a controlli approfonditi», inoltre lavora «a stretto contatto con tutti i partner di ricerca nell’industria e nel mondo accademico per garantire la protezione di dati e informazioni». Il Mail ha interpellato anche Rolls-Royce, il cui portavoce invece ha fatto sapere che «vengono prese precauzioni su chi lavora a tutte le nostre attività di ricerca, in proporzione alla sensibilità dell’area specifica coinvolta».