Carolina Orlandi non smette di lottare, insieme a sua madre Antonella Tognazzi, per scoprire la verità sulla morte di David Rossi. Il direttore della comunicazione di Monte dei Paschi di Siena non è suo padre biologico, ma il legame è sempre stato fortissimo, motivo per il quale non si è arresa mai in questi dieci anni, nonostante le archiviazioni per suicidio. Una prima svolta è arrivata con la Commissione parlamentare d’inchiesta, il cui lavoro è però stato interrotto a causa della fine anticipata della legislatura, ma ora è stata istituita la seconda. La premier Giorgia Meloni si aspetta che venga fatta piena chiarezza sulla morte del manager di Mps, la segretaria del Pd, Elly Schlein, invece non le ha risposto.
Ciò stupisce Carolina Orlandi, visto che si era parlato di discontinuità nei dem, d’altra parte alla Verità fa notare che «il suo predecessore Enrico Letta ha fatto come lei: non ci ha ricevute mai. Vuole combattere contro i cacicchi del Pd? Cominci da Siena. E cominci a spiegarci perché il Pd è il solo partito che non ha votato la relazione finale della prima commissione d’inchiesta parlamentare». Tra l’altro, quando è stata istituita la seconda commissione, il Pd voleva limitarne la durata a 18 mesi «per rispetto della famiglia» di David Rossi. Ma per Carolina Orlandi il modo di dimostrare loro rispetto è far emergere la verità sul caso. «Ci sono moltissime circostanze da chiarire». Ciò va fatto usando tutto il tempo necessario secondo la famiglia del manager di Mps. «Il Pd è sempre stato tiepido e non me lo spiego. Non me lo spiego dalla Schlein».
CAROLINA ORLANDI “MI INCATENO SE…”
Per Carolina Orlandi bisogna partire dal fatto che David Rossi è stato picchiato il giorno in cui è morto, così come dal video in cui si vedono due persone uscire dalla sede di Monte dei Paschi di Siena, ma da una porta laterale, poco dopo che il manager è caduto a terra dalla finestra del suo ufficio. Alla Verità cita anche i fazzoletti sporchi del sangue di David Rossi che sono andati distrutti e la finestra chiusa. «Interrogativi ce ne sono troppi e per noi sono insopportabili». Dunque, il lavoro della nuova commissione deve partire dai risultati della prima, ma Carolina Orlandi chiede anche di ripetere l’accertamento sulla caduta del padre, visto che la prima commissione lo ha fatto in assenza di contraddittorio, simulando la caduta con un computer dotato di un programma che loro non sanno come funziona. «Non ci hanno ascoltato, non hanno ascoltato i nostri periti che dicono che la caduta è incompatibile con un gesto volontario». La figlia di David Rossi recrimina anche il fatto che non sia stato ascoltato il professor Francesco Introna, esperto di anatomo-patologia che ha rilevato sul cadavere ferite incompatibili con la caduta dell’uomo e ne ha evidenziata una interna-esterna all’altezza del fegato. «Il Ris ha verificato il lavoro fatto dai Ris e abbiamo fondati motivi di ritenere che il lavoro non sia stato fatto con diligenza. Ma stavolta, se la Commissione d’inchiesta non ci chiama e non sente i nostri periti, io e il mio avvocato c’incateniamo davanti a Montecitorio», minaccia Carolina Orlandi.
LE NOVITÀ SUL CASO DAVID ROSSI
Le novità sul caso David Rossi non mancano. Una che ha lasciato senza parole Carolina Orlandi, e che rivela per la prima volta tramite la Verità, riguarda un video che è stato soppresso. «Sono le immagini di due telecamere e si vedono luci proiettate sul muro della banca». A detta della famiglia non sono fari delle macchine di passaggio. «Abbiamo la certezza che nel vicolo ci fosse una macchina ferma che ostruiva il passaggio e che ha acceso, spento e riacceso i fari nel momento in cui il corpo di David è precipitato, ed è rimasta ferma nel vicolo per tutto il tempo». Carolina Orlandi osserva che non sarebbe il primo video a sparire o a essere manipolato, quindi c’è molto di cui discutere. C’è poi un’altra questione da chiarire, il movente dell’eventuale omicidio. «Noi non abbiamo certezze su eventuali segreti della banca o di persone che David potesse custodire», precisa la figlia di David Rossi. Quel che sa, e ribadisce, è che fu picchiato e che vorrebbe un’indagine su questo. Altro tema delicato è la testimonianza di Pasquale Aglieco, che però ora è ad Hammamet ed è accusato di falsa testimonianza. Nonostante abbia fatto delle importanti rivelazioni, non viene cercato da nessuno. Una circostanza che Carolina Orlandi motiva così, citando il loro legale: «Nella sentenza di Genova che assolve i tre pm senesi viene riconosciuta la responsabilità delle carenze investigative, ma viene escluso il dolo. Perciò per loro il caso è chiuso. Tocca ora alla Commissione se vuole riaprire l’indagine». Tra le stranezze anche il fatto che il Csm non si sia mai occupato del caso. Anno dopo anno è cresciuta la stanchezza, ma non la voglia di mollare: «Se sperano che smetteremo di lottare per la verità si sbagliano. Solo dopo potremo abbandonarci al dolore».