Il voto dell’Europa per l’approvazione delle nuove norme sullo stop ai motori termici è previsto il 28 marzo. La polemica però nei giorni scorsi si è concentrata, oltre alla contrarietà espressa da diversi paesi, anche sul fatto che è stato ufficializzato l’accordo sugli e-fuel, che privilegerebbe di fatto la Germania. Perché la deroga chiesta, se approvata definitivamente, penalizza i produttori di biogas, specialmente in Italia dove si è investito moltissimo nel settore. Ora, come sottolineato anche dal quotidiano La Nazione, i produttori italiani sono sul piede di guerra e dichiarano già che questa scelta dell’Europa costerà caro a lungo termine.
Salvo eventuali “colpi di scena” dell’ultimo minuto infatti, la decisione sarebbe già stata presa ancor prima del voto finale. E la minoranza composta da Polonia, Bulgaria ed Italia, non potrà fare nulla per evitare la sconfitta annunciata. Il presidente del Consorzio Biogas, Piero Gattoni, si è comunque dichiarato fiducioso per il futuro, perchè se si riesce a trovare un’alleanza europea “il settore non è finito”. Si può infatti continuare ad investire in altri campi oltre che quello dell’automobile. Ad esempio per il consumo industriale e per quello dell’aviazione, settore che è già oggetto di investimenti da parte dell’Eni.
Produzione biogas, Italia modello di eccellenza
Gattoni, presidente del consorzio che conta 800 imprese produttrici di carburanti a biogas ottenuti dalle biomasse, intervistato da La Nazione spiega che l’Italia è da tempo un modello di eccellenza nel settore. La produzione di combustibile sostenibile si lega alla filiera agricola del made in Italy. “Il bio metano non solo è carbon neutral, ma consente di essere utilizzato per arricchire i nostri terreni“. E l’altro vantaggio sarebbe quello economico, perchè il biogass costerebbe solo 10 centesimi in più del gasolio alla pompa.
Per questo, aggiunge Gattoni, “stentiamo a capire le ragioni per le quali l’Europa continua ad utilizzare solo particolari criteri di valutazione che penalizzano questo combustibile“. Attualmente l’ENI si attesta al secondo posto per la produzione europea, dopo la Finlandia. Sono stati investiti negli scorsi anni più di 5 miliardi di euro e l’obiettivo è quello di triplicare la produzione entro il 2030. L’eccellenza dell’Italia, si dimostra anche dal fatto che è qui che si trova l’80% dei veicoli in Europa che già sono alimentati con questo carburante.