Come abbiamo visto anche se quota 42 per tutti ha incassato prevalentemente critiche, mentre i sindacati faticano a tenere la bocca chiusa o sorridere, il governo non ha ancora parlato di come intende estendere e prorogare i correttivi necessari come Ape sociale che l’ex ministro Andrea Orlando avrebbe voluto rendere strutturali. Ma chi potrà ancora andare in pensione a 63 anni d’età nel 2024? Come cambierà la riforma pensioni 2023 nei prossimi accordi di governo?
Riforma pensioni 2023: cosa si prevede nel 2024?
Ebbene, l’ascensore previdenziale originariamente destinato ai lavoratori precoci e coloro che svolgono mansioni usuranti, potrebbe non essere riconfermato nel 2024. Attualmente i vari tavoli del lavoro al Ministro e a Palazzo Chigi, non hanno contemplato minimamente la possibilità di trovare le coperture, ma il governo potrebbe addirittura evitare di proporre quota 41 per tutti dal 2024 e riproporre, almeno per un altro anno, quota 103. L’auspicio è di trovare i soldi sotto l’albero di Natale e presentarsi con una proposta in vista del DEF 2024. Ce la faranno? E come?
Infatti il sistema delle quote rende obbligatorio raggiungere l’età anagrafica necessaria ad andare in pensione prima sommata agli anni di contributi: se la somma tra i due raggiunge il 103, in quel caso si potrà richiedere la pensione di anzianità. Ma vi sono casi in cui i requisiti non vengono maturati e dunque con quali escamotage, in assenza di conferme ministeriali e governative si potrà anticipare la exit pensionistica nel 2024?
Riforma pensioni 2023: chi andrà in pensione a 63 anni l’anno prossimo?
Anzitutto coloro che sono nati nel 1061, rischiano di essere esodati dalla cosiddetta Ape Sociale che richiede il compimento dei 63 anni d’età e in questo senso, se nel 2024 non sarà possibile ottenere la proroga di Ape sociale, costoro rischieranno di vedere slittare la propria pensione.
Diverso è il caso di coloro che invece sono nati nel 1960, in questo caso, pur senza aver maturato tutti i contributi necessari a raggiungere la exit pensionistica, potranno comunque ottenere l’Ape sociale quest’anno se decidessero di presentare istanza entro i termini. Ma nel 2024 a vedersi sfilare dalle mani la possibilità di dedicarsi alla pensione sono anche coloro che abbiano completato nel 2024 i 7 anni di lavoro gravoso negli ultimi 10, oppure chi aspetta ancora di essere riconosciuto disabile almeno al 74%.
Ecco perché la proroga di Ape sociale si fa sempre più necessaria, se non altro a titolo di correttivo non solo per le riforme esistenti, quanto per la totale assenza di una legge strutturale sulle pensioni che ha reso confusionario il panorama dei diritti previdenziali dei lavoratori.