La soluzione del giallo di Greta Spreafico potrebbe passare per una sola, atroce parola: omicidio. È questa infatti l’ipotesi di reato che cambia lo scenario sul tavolo degli inquirenti, impegnati da 10 mesi alla ricerca di una traccia che rimandi alla cantante 53enne di Erba scomparsa misteriosamente a Porto Tolle (Rovigo) il 4 giugno dello scorso anno. Cambia anche la “destinazione” delle indagini, con una persona iscritta nel registro notizie di reato nel fascicolo che adesso – dopo l’iniziale apertura dell’inchiesta per sequestro di persona – non è più a carico di ignoti.
La novità è che c’è un indagato per la sparizione di Greta Spreafico, ma potrebbe non essere la sola nota inedita in un mistero costellato di domande ancora senza risposta. Della donna non si hanno più notizie ormai da quasi un anno, sparita poche ore prima della conclusione della vendita di un immobile che aveva ereditato dal nonno. Ed è giallo anche su dove si trovi la sua auto, una Kia Picanto nera targata EF 080 Dt introvabile dal momento della scomparsa. Possibile che Greta Spreafico si sia allontanata volontariamente con la macchina per non tornare indietro, nemmeno dopo i tanti appelli di famiglia e fidanzato? Per la famiglia no: qualcuno potrebbe aver fatto del male a Greta Spreafico assicurandosi poi di far sparire la 53enne e il veicolo, qualcuno potrebbe averla uccisa. Una convinzione che sembrerebbe aver preso sempre più corpo anche tra le carte dell’inchiesta alla luce della recente novità che vede un indagato per omicidio nell’alveo dell’attività investigativa sul caso.
Greta Spreafico potrebbe essere stata uccisa: la svolta nell’inchiesta
La svolta nell’inchiesta sulla scomparsa di Greta Spreafico potrebbe essere vicina. L’iscrizione di una persona nel registro degli indagati, come riporta Chi l’ha visto?, apre a uno scenario ancora più inquietante nel giallo che va avanti dal 4 giugno 2022, giorno in cui della cantante 53enne di Erba si sono perse misteriosamente le tracce mentre si trovava a Porto Tolle (Rovigo) per vendere una casa ereditata dal nonno.
Tra le ipotesi avanza lo spettro di un delitto, mentre sono ancora tante le domande che orbitano intorno alla sparizione. Pochi mesi prima della scomparsa, Greta Spreafico aveva contattato l’investigatore privato Ezio Denti per chiedergli un aiuto davanti alle presunte minacce alla propria incolumità. “Mi creda, sono terrorizzata a morte, io voglio vivere“: con queste parole dai riflessi sinistri, la donna aveva descritto la sua situazione a Denti e, ancora oggi, non è chiaro se quelle paure avessero un legame con l’evoluzione successiva degli eventi che poi avrebbero condotto alla sua scomparsa. Intervenuto ai microfoni di Iceberg, l’avvocato Nunzia Barzan, legale della madre di Greta Spreafico, ha sottolineato l’importanza di questa fase d’indagine: “Ci sono elementi di reità, come evidentemente sono presenti a carico di una persona che è stata individuata. Oggi siamo davanti ad un fatto nuovo“.