Max Verstappen non si accontenta più delle moto e punta alla conquista di altri campi, come quello della moda. L’olandese, che ha un contratto con la Red Bull fino al 2028, sta pianificando di raggiungere altri obiettivi al di fuori della F1: attualmente è al lavoro per creare un suo marchio di abbigliamento chiamato “Max 1” ma davanti a sé ha trovato un avversario non facile da battere: Nike. Il colosso sportivo sta lottando per impedire a Verstappen di realizzare il suo progetto con il nome “Max” in quanto troppo simile ad un prodotto del gruppo stesso, appunto le “Nike Air Max”.
Un rapporto dell’agenzia del marchio, The Benelux Office for Intellectual Property, ha confermato che è in corso un’indagine a seguito di una denuncia di Nike. Non solamente preoccupazioni sul nome per il colosso statunitense: l’opposizione riguarda anche problemi di stile. Secondo l’azienda sportiva, il rischio è che i due marchi vengano confusi.
Nike contro Verstappen
Nella relazione stilata dall’ufficio di registrazione dei marchi e dei design in Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, si legge che il brand di Verstappen e la Nike “contengono entrambi la parola MAX, sebbene in un punto diverso. Nei marchi invocati, gli elementi AIR e MAX hanno uguale peso nell’impressione complessiva. Nel segno contestato, l’accento è posto sulla parola MAX. Il numero 1 sarà considerato come una specificazione di MAX. In tal senso i segni concordano. I prodotti in questione (Nike e Max) sono in parte identici e in parte simili. Dal punto di vista visivo e fonetico, esiste un certo grado di somiglianza tra i segni”.
Secondo gli esperti, sussiste il rischio di confusione dei prodotti: “Sulla base di questi e degli altri fattori sopra menzionati e data la loro interdipendenza, l’Ufficio ritiene che sussista un rischio di confusione nel senso che il pubblico può ritenere che i prodotti oggetto dei marchi invocati e quelli del segno contestato appartengano a stessa impresa o, eventualmente, da società economicamente collegate. Poiché è pratica comune nel settore dell’abbigliamento che lo stesso marchio sia configurato in modi diversi, il pubblico di riferimento potrebbe anche pensare che il segno contestato sia un marchio secondario dell’opponente (Nike)“.