La redazione di Chi l’ha visto è tornata a parlare della storia di Rosalbino, scomparso da Cinisello Balsamo e ritrovato ad Hammamet, in Tunisia, in condizione di schiavitù. Un cittadino tunisino, nel video con cui è stato ritrovato il 72enne, gli chiede cosa ci faccia lì “raccolgo la plastica per vivere onestamente. In Italia devo pagare tante cose, gli affitti… Ho tanti soldi da dar via”. Eppure, nella vicenda, si inserisce anche la storia di un prestito fatto ad un amico, pari a 30mila euro, che sono spariti nel nulla.
Rosalbino vivrebbe con una pensione da 900 euro al mese, che in Tunisia lo renderebbero quasi ricco, quanto meno da porte vivere tranquillamente. Eppure, Angelo, un suo amico, racconta di avergli prestato 30mila euro che lui avrebbe dovuto conservare, ma che sarebbe misteriosamente spariti nel nulla. “Gli avevo presto 30mila euro dei miei perché servivano con il mio proprietario”, racconta l’amico, “ma in cinque giorni mi chiama e mi dice che gli hanno rubato tutto”. L’amico di Rosalbino racconta anche di averlo picchiato, “e gli ho detto che da domani raccogli di più, più di quei 10 dinari di prima”.
Cosa è successo a Rosalbino: la truffa anche in Italia
Rosalbino, dal conto suo, trovato dalla redazione in un primo servizio, sembrava visibilmente in difficoltà, determinato all’idea di dover restituire quei soldi, non cosciente che si trattasse di una truffa a tutti gli effetti. Anche in Italia, evidenzia Chi l’ha visto, l’anziano viveva in condizioni di estrema povertà dormendo in una cantina dopo che dei suoi inquilini l’avevano cacciato dal suo alloggio. “Era un dormitorio, mi avevano detto che erano il 6, 7 persone che dormivano lì”, racconta l’attuale inquilino della casa italiana di Rosalbino.
Lo scantinato dell’anziano, racconta l’inquilino, “è microscopico, c’era il materasso che mi si è sfaldato nelle mani. Viveva qua con due o tre cani, senza aria o acqua, in un metro e sessanta per tre metri”. A quel punto, si trasferisce in Turchia, facendo perdere le sue tracce, ritrovate grazie proprio alla trasmissione di Rai 3. In trasmissione il cugino di Rosalbino, Carlo, racconta che “l’ho riconosciuto subito, ma era irriconoscibile. Finché c’erano i suoi genitori non c’è stato alcun problema, era una persona buonissima, fin troppo buona”.
Rosalbino, insomma, avrebbe visto mancare il suo pilastro con la morte dei genitori, finendo vittima di un raggiro prima in Italia e poi in Turchia. Intervistato telefonicamente dalla redazione, con riluttanza racconta che “sono andato a vivere in cantina” evitando poi il discorso. Interpellato del rapporto che aveva con i genitori, dice solo “bellissimo” prima di commuoversi. “Non voglio tornare in Italia, basta. Troppi ricordi…” sostiene fermamente, desideroso poi di chiudere la chiamata. Angelo, contemporaneamente, lo controlla dal balcone, in un regime di completa schiavitù e soggiogamento.
Il cugino di Rosalbino: “È sotto scacco”
“Viene voglia di andarlo a prendere”, racconta Carlo, il cugino di Rosalbino a Chi l’ha visto, “non ci sono parole. Per fortuna ci siete voi e la signora che lo aiuta. È sotto scacco, non ho parole e vorrei poter fare qualcosa, con i miei cugini vedremo se riusciamo a fare qualcosa, lo riportiamo a casa. Ho anche dei parenti avvocati e loro si sono messi a disposizione, speriamo di trovare una soluzione per portarlo fuori dalla schiavitù. La protuberanza che ha sul naso potrebbe anche avere delle conseguenze sulla sua salute, è chiaro che una cosa così non può esistere”.