Una bambina di 5 anni disabile, a Rimini, resta a scuola per la maggior parte del tempo senza l’assistenza di una infermiera né il sostegno di un addetto alla comunicazione, di cui avrebbe diritto. A denunciare a La Nazione la vicenda è stata la mamma, Anna Pagano, che è costretta per questo motivo a fare anche da maestra ormai da due anni, da quando la piccola ha iniziato a frequentare la materna.
“Ascolto musica, guardo il telefono, ma sempre in guardia perché non si sa mai di cosa mia figlia possa avere bisogno: le porto la merenda, le cambio il pannolino e, nella peggiore delle ipotesi, le opero un’aspirazione tracheostomica con un apposito macchinario che ho sempre con me”, racconta la cinquantenne. La bambina, infatti, è portatrice da quando aveva otto mesi di tracheostomia e Peg (gastrostomia endoscopica percutanea) in virtù della colonizzazione di tre batteri che ha reso necessaria l’incisione chirurgica della trachea. “Per cinque ore al giorno resto a scuola avendo ormai rinunciato all’emancipazione anche economica dal momento che questo impegno non mi consente di lavorare nemmeno part-time”.
Disabile senza sostegno né infermiera: il dramma di una bimba di 5 anni e della sua famiglia
È incomprensibile il perché la bambina di 5 anni disabile non abbia alcun sostegno a scuola. “Mia figlia avrebbe diritto a un’assistenza infermieristica di 40 ore settimanali e 16 di assistenza per l’autonomia e la comunicazione. Quest’ultima è del tutto assente, mentre per l’assistenza infermieristica il Comune ha predisposto la presenza di un’operatrice per appena tre ore e mezza alla settimana, solo dall’inizio di quest’anno aumentata a otto ore settimanali”, ha spiegato mamma Anna.
La situazione ha compromesso gravemente le disponibilità finanziarie della donna, separata e con altri due figli. “L’assegno unico e la pensione di invalidità sono le sole entrate di cui dispongo e faccio i salti mortali per tenere in piedi la famiglia e, allo stesso tempo, essere mamma e infermiera di mia figlia ’h24’”. Il timore è che la vicenda possa ulteriormente aggravarsi tra qualche mese, quando la piccola verrà iscritta alle elementari. “Comune e Ausl Romagna non mi hanno fornito dettagli e io continuo ad andare a scuola, a sedermi di fianco a quella fotocopiatrice e aspettare che mia figlia abbia bisogno di me”, ha concluso.