Questo Governo ha a più riprese affermato che intende intervenire per potenziare i percorsi della formazione professionale e anche per rafforzare e fare crescere il sistema duale. Queste affermazioni sono finora rimaste solo posizioni di principio e non si sono viste proposte operative, né si sono avviati confronti per definire interventi di riforma. Se, però, c’è effettivamente l’intenzione di intervenire e rilanciare percorsi di formazione professionale adeguati a rispondere alla carenza di giovani formati per le professioni più richieste oggi sarà bene guardare agli esempi positivi che la realtà continua a offrire.
È di questi giorni la presentazione di un nuovo corso specialistico per orafi organizzato da Galdus, centro di formazione professionale milanese, assieme a Pomellato, impresa leader del settore oreficeria. La nuova iniziativa si inserisce in un percorso di collaborazione iniziato anni fa che ha visto crescere le opportunità formative seguendo così le esigenze professionali che si determinavano nel tempo.
Come noto il settore dell’arte orafa, con la forte richiesta di manodopera specializzata, è concentrata in tre regioni del nord e, fra queste, la Lombardia rappresenta quasi il 50% in termini di occupazione. Per questo Galdus ha da ormai diversi anni un corso IeFP che forma giovani orafi. L’incontro con Pomellato ha fatto sì che questo corso di base avesse uno sviluppo fino ai massimi livelli. All’inizio è stato un corso di IFTS per la formazione specialistica di operatori di oreficeria capaci di arrivare a essere progettisti di gioielli, raffinati realizzatori e abili utilizzatori di tecnologie avanzate. Con la nascita degli ITS si poi completato il percorso fino al livello parauniversitario (livello di formazione terziario) con un corso, sempre programmato da Galdus e Pomellato, nell’ambito della Fondazione Innovaprofessioni. È questa una fondazione lombarda per la formazione di alto livello in ambito turistico e culturale dove hanno trovato sviluppo molti percorsi formativi essenziali per i settori del Made in Italy.
L’iniziativa di questi giorni aggiunge al percorso fatto un ulteriore tassello con un percorso di alta formazione attuato con apprendistato di primo livello per coltivare le competenze di orafi abili nell’incassatura di pietre al microscopio. Un laboratorio apposito è stato realizzato in uno spazio innovativo per permettere a giovani talenti di acquisire competenze che garantiranno un percorso professionale di grande interesse.
Non è solo il settore della creatività e della moda che cerca di realizzare percorsi formativi di alto livello per rispondere a una domanda di lavoro che richiede sempre più una formazione specialistica. Altrettanto interessante è l’esperienza avviata dalla fondazione ITS “Mario Volpato” che in Veneto ha avviato un percorso per ” Digital marketing and Innovation specialist”. Il percorso si rivolge a giovani che entrano in azienda con un primo tirocinio di un anno e se decidono di proseguire verranno poi assunti con contratto di apprendistato di terzo livello per sviluppare il percorso con formazione in azienda e in aula e acquisire il Diploma di istruzione tecnica superiore.
Il progetto formativo è stato sviluppato da Accademia delle Professioni, ente formativo padovano, Umana spa, una delle agenzie del lavoro più attente alla formazione di nuove competenze, e una rete di imprese del territorio veneto.
Il contratto di apprendistato di alta formazione e ricerca è un contratto di lavoro a tempo indeterminato che permette ai giovani di lavorare e nello stesso tempo acquisire un titolo di studio di istruzione terziaria. È purtroppo oggi poco utilizzato ed è una delle cause per cui abbiamo pochi giovani con istruzione terziaria rispetto a quanto avviene in Germania o Francia.
Si tratta, come evidente, di due iniziative che portano ad alcune riflessioni.
La crescita della formazione professionale richiede che si sviluppi un percorso professionalizzante completo. Molte professioni richiedono competenze generali e poi, al crescere dei livelli formativi, la creazione di percorsi specialistici in alta formazione. L’applicazione di nuove tecnologie e la digitalizzazione di processi produttivi e creativi aggiunge competenze alla formazione di base e richiede un continuum formativo lungo l’arco della vita.
Il vecchio schema centralistico, sia a livello nazionale che regionale, non riesce a garantire queste potenzialità. Un’impostazione sussidiaria che scommette sulla capacità di fare rete fra enti di formazione e imprese riesce ad assicurare il formarsi di poli formativi di eccellenza capaci di offrire risposte concrete per combattere la disoccupazione giovanile (questi percorsi hanno un tasso di occupazione finale superiore al 90%) e rispondere al formarsi del mismatching fra esigenze del sistema economico e formazione delle competenze.
In secondo luogo, si affermano come modelli per uno sviluppo del sistema duale di scuola-lavoro con l’applicazione dei contratti di apprendistato di primo e terzo livello. Sono questi i contratti più utili per supportare un cambio di fondo nell’inserimento al lavoro dei giovani aumentando il numero di quanti arrivano all’Alta formazione e facendoci recuperare la distanza negli investimenti formativi che ci differenziano rispetto agli altri Paesi europei.
I fondi del Pnrr possono diventare importantissimi se spesi per sostenere reti di collaborazione fra formatori e aziende per sviluppare i sistemi di formazione duale. Devono trovare formatori che mettono sempre al centro la volontà di far crescere le persone incontrate e imprese disposte a investire per la crescita del settore e non solo per la propria singola affermazione.
I successi ottenuti da quelle regioni che hanno scommesso sui metodi sussidiari indicano come creare un ambiente che favorisca la crescita di nuovi poli formativi di eccellenza.
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