Paolo Gentiloni è tutt’altro che preoccupato riguardo l’erogazione all’Italia della terza rata da 19 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). L’ex premier e attuale commissione europeo all’Economia spegne l’allarme delle ultime ore, spiegando a margine del Workshop Ambrosetti di essere «ottimista» riguardo i punti ancora da chiarire. «Vedo grandissima buona volontà da parte del governo». Non c’è, dunque, contrapposizione tra Palazzo Chigi e la Commissione Ue. Il «successo» del Pnrr, infatti, «è un obiettivo comune». Una cosa è chiara a tutti e Gentiloni, come riportato dal Corriere della Sera, la evidenzia: «L’assorbimento di risorse così ingenti non è facile in Italia e quindi, man mano che il piano va avanti, la strada diventa più impegnativa ma anche più risolutiva dal punto di vista economico».
Paolo Gentiloni non ha escluso l’ipotesi di rimodulazione del Pnrr, spostandone la scadenza oltre il 2026. «C’è un margine certamente», assicura il commissario europeo, e «quando arriveranno le proposte di emendamento da parte italiana la Commissione è pronta ad esaminarle con il massimo di collaborazione e di flessibilità». Gentiloni ha ricordato che è stata già approvata la revisione dei piani per Lussemburgo, Germania e Finlandia. «Naturalmente si trattava di piani in relazione all’economia di questi paesi meno importanti di quanto possa essere il piano dell’Italia».
GIORGETTI “PNRR? POLEMICHE SENZA SENSO”
Da Cernobbio ha parlato anche Giancarlo Giorgetti: il ministro dell’Economia ha segnalato che nel 2023 la crescita dell’economia italiana supererà la stima dello 0,6% per ribadire l’impegno dell’esecutivo sul Pnrr. «L’attuazione è la priorità del governo, concordo tuttavia sulla necessità di effettuare un’analisi che consenta di avere un quadro preciso sulla realizzabilità complessiva degli interventi previsti per migliorare, quanto possibile, gli aspetti più problematici e nel caso rivedere i piani iniziali». Riguardo le polemiche di questi giorni, si è limitato a dire che «non hanno alcun senso». Poi ha anticipato le mosse del governo: «Si sta valutando un provvedimento per migliorare l’organizzazione della Pubblica amministrazione, la cui struttura burocratica probabilmente non era e non è all’altezza di sostenere questo tipo di choc di domanda (correlata al Pnrr, ndr)». Pragmatico è Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, secondo cui alcuni progetti del Pnrr «sono poco realistici e per questo è in atto il nostro tentativo di confronto con la Commissione per spostare risorse su progetti che siano davvero necessari e cantierabili in tempo, per rimodulare al meglio le risorse Pnrr, quelle del power Eu». Il ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini manda un segnale tramite una nota: «A gennaio si contavano oltre 11 mila istanze per far fronte all’incremento dei costi delle opere pubbliche. Da gennaio a oggi, grazie a un efficientamento delle procedure, ne sono state elaborate oltre 5mila di cui un migliaio relative a interventi Pnrr completamente soddisfatte».