Samuel Peron è stato ospitato nella trasmissione Ciao Maschio da Nunzia De Girolamo. Celebre ballerino italiano, agli autori della trasmissione si è descritto, come fanno tutti gli ospiti, con i termini: esigente, forte e troppo pignolo. “Ho imparato a cadere e a rialzarmi. Quindi dal cadere ho imparato a rialzarmi e questo mi ha reso forte. Tutto ciò che è stata la mia vita, tutte le difficoltà, tutte le avversità mi hanno permesso di essere resiliente e quindi di rinforzarsi”.
Samuel Peron parla della corazza che si è creato, ma anche del suo “carattere decisamente forte”, temprati fin dalla più giovane età, in cui a differenza dei suoi coetanei desiderava ballare. “Io arrivo da una generazione dove il ballo”, racconta, “soprattutto nelle zone mie, al sud, era già più ben visto, perché era una mentalità molto più artistica. Il nord, più industriale, è più proiettato sul lavoro e l’aspetto artistico è venuto dopo”. Nonostante questo, però, Sameul Peron racconta che “negli anni miei considerare un uomo che si improvvisasse nel mondo del ballo, veniva poi sempre considerato omosessuale, o tutti quegli stereotipi che vanno un po’ a non valorizzare l’artista, ma a sbeffeggiare e prendere in giro”.
Samuel Peron e la sua infanzia
Parlando del ballo, Samuel Peron racconta che “per me è stata una terapia, con la disciplina mi ha aiutato a creare delle ottime basi con le quali tutt’ora sto vivendo”. Passando, poi a raccontare il suo aspetto troppo pignolo, sostiene che “lo sono molto su di me, mi pongo degli obbiettivi e di conseguenza va su tutto ciò che mi circonda, dall’aspetto professionale, a quello personale e privato”. Confessa, però, che “sono un po’ migliorato, con il tempo son riuscito a smussare un po’ gli angoli”.
Nella sua intervista, Samuel Peron ha anche raccontato qualcosa della sua infanzia, ricordando che “i miei genitori non sono mai stati particolarmente esigenti”, pur raccontando che gli dicevano che se sarebbe andato male a scuola, “mi avrebbero ritirato dal ballo o dalle attività che stavo facendo”. E della sua infanzia, ricorda anche una nota dolente, ovvero che “per via del bullismo sono arrivato a pensare di lasciare la scuola per le attività artistiche”, ma poi “sono riuscito a trovare un percorso tale da capire che ciò che vedevo male era un modo per educarmi e rinforzarmi“.