Un farmaco potrebbe bloccare il pericolo di sviluppare il diabete di tipo 1 e l’artrite nelle persone più a rischio. In particolare, questo farmaco “blocca” il malfunzionamento del sistema immunitario che distrugge le cellule produttrici di insulina e causa questa malattia. Si tratta nello specifico di un malfunzionamento del sistema immunitario che lo porta a distruggere le cellule del pancreas che producono l’ormone insulina, responsabile di regolare i livelli di zucchero nel sangue.
La maggior parte dei pazienti con diabete di tipo 1 ha bisogno di regolari iniezioni di insulina durante il giorno per tutta la vita, per mantenere stabili i livelli di livelli di zucchero nel sangue. I tempi e i dosaggi devono essere attentamente calibrati dai pazienti stessi, un onere difficile da sostenere per molte persone. Come riporta il Daily Mail, nel Regno Unito sta sperimentando sui pazienti il teplizumab, farmaco che promette di arrestare la malattia autoimmune. Si tratta di un trattamento rivoluzionario dai risultati promettenti, che in futuro i medici pensano di poter applicare anche a tutte le altre condizioni autoimmuni.
Farmaco contro il diabete e le applicazioni contro le malattie autoimmuni
Il farmaco che promette di fermare il diabete e, in generale, la malattia autoimmune, in futuro potrebbe essere adattato e sperimentato anche su altre condizioni autoimmuni in cui l’organismo attacca se stesso, tra cui l’artrite reumatoide (in cui il sistema immunitario attacca erroneamente le articolazioni); la psoriasi (che colpisce la pelle); la celiachia (che colpisce l’intestino); la sclerosi multipla (che attacca le fibre nervose); il lupus (in cui il sistema immunitario anziché combattere le infezioni attacca le cellule immunitarie).
In parallelo, la Gran Bretagna potrebbe diventare il primo Paese al mondo a sottoporre a screening tutti i neonati per gli anticorpi del diabete di tipo 1, in seguito alla scoperta di cinque anticorpi unici di questa patologia. L’idea è che se i piccoli pazienti risultano positivi agli anticorpi potrebbero ricevere teplizumab, o farmaci simili, in una fase sufficientemente precoce da impedire di sviluppare il diabete di tipo 1, salvando così migliaia di persone dalla dipendenza dall’insulina e dalle complicazioni, tra cui il rischio di sviluppare malattie cardiache e un maggior rischio di morte prematura. Il teplizumab dovrebbe essere somministrato il più precocemente possibile e non può essere dato a chi è affetto da diabete di tipo 1 da più di un anno, perché non è in grado di ripristinare le cellule produttrici di insulina che sono andate distrutte.