Si apre oggi, martedì 4 aprile, il processo che vede Donald Trump rispondere delle accuse per il caso Stormy Daniels. L’ex presidente e tycoon americano è atterrato ieri pomeriggio a New York, sua città natale, dalla sua residenza di Mar-a-Lago nella quale comparirà davanti ai giudici alle ore 14 locali (le 20 in Italia). Contestualmente, nella Grande Mela la tensione è palpabile, con un dispiegamento di oltre 35mila agenti antisommossa per contenere eventuali possibili tafferugli pubblici.
Per ora si conosce ancora poco del processo contro Donald Trump, se non appunto che riguarda il caso Stormy Daniels. La volontà del procuratore di Manhattan Alvin Bragg, infatti, è quella di preservare la serietà del processo, durante il quale è stata anche proibita la presenza di telecamere e fotografi. Contestualmente, il sindaco di New York, Eric Adams, ha esortato i manifestanti ad evitare di creare disordini, “questa è la nostra casa e non il campetto dove scaricare la rabbia”. Non verrà accettato nessun atto di vandalismo, pur però concedendo ai cittadini a favore di Donald Trump intenzionati a manifestare lo sdegno per il processo, di farlo liberamente.
Donald Trump e il processo per il caso Stormy Daniels
Donald Trump, insomma, dovrà comparare a processo nella giornata di oggi, mentre il procuratore di New York ha già annunciato che alla fine dell’udienza terrà una conferenza stampa. Per ora, infatti, la riservatezza sul caso è stata massima, e sembra che concretamente non sia trapelata nessuna informazione, oltre a quelle condivise dalla stessa procura. All’ex presidente è anche stato imposto l’obbligo di mantenere il silenzio in merito alla sua incriminazione.
Il processo contro Donald Trump riguarda fatti avvenuti nel 2016, quando il magnate era in corsa per la presidenza degli Stati Uniti. Per circostanza ancora da chiarire il tycoon, attraverso il suo legale Michael Cohen, ha disposto una donazione da 130mila dollari nei confronti dell’ex porno star Stormy Daniels. Secondo la procura quei soldi erano destinati a far si che la donna mantenesse il silenzio su di una loro breve relazione sentimentale, che altrimenti avrebbe potuto compromettere la sua corsa alla presidenza. Il pagamento corrisposto da Donald Trump, però, violerebbe la legge elettorale dello stato di New York, a maggior ragione perché è stato contabilizzato dalla Trump Organization come “spesa legale“. Non si conoscono i dettagli sui 34 capi d’imputazione, anche se Rai News cita, tra questi, la falsificazione di alcuni documenti legali.