Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano e parlamentare, in una intervista a Italia Oggi, ha parlato del ruolo che ha avuto nel mondo della politica Silvio Berlusconi, attualmente ricoverato all’ospedale San Raffaele per un’infezione polmonare correlata alla leucemia di cui soffre da tempo. “Innanzitutto, gli auguro di cuore di riprendersi”, ha premesso. Una riflessione attenta dovrebbe portare anche i suoi detrattori a riconoscere che è il politico più importante degli ultimi 30 anni”.
I passi falsi compiuti in carriera dall’attuale leader di Forza Italia, secondo l’ex vicepresidente di Assolombarda, sarebbero minoritari rispetto ai successi. “Escludendo alcuni svarioni più di caratteriali che non di intuizione politica, la storia del Paese senza di lui sarebbe stata diversa. Senza Berlusconi la gioiosa macchina da guerra di Achille Occhetto avrebbe vinto e oggi probabilmente vivremmo ancora in un compromesso storico perenne”. Il riferimento è alle elezioni del 1994, in cui vinse il nascente centrodestra composto da Polo delle Libertà e Polo del Buon Governo. “Lui ebbe la capacità di coltivare un progetto ambizioso, costruire un grande partito borghese e liberale di massa”.
Albertini: “Berlusconi ha fatto storia d’Italia”. Il futuro di Forza Italia
Gabriele Albertini, in virtù delle condizioni di salute compromesse di Silvio Berlusconi, ha riflettuto anche sul futuro di Forza Italia. “Il partito è Berlusconi, non ci sono eredi e, del resto, lui stesso non ne ha mai voluti. Senza il Cavaliere, il più tardi possibile, i pretoriani cercheranno altri imperatori”, ha affermato con sicurezza l’ex sindaco di Milano. E sulla direzione verso cui si sposterà l’elettorato: “Al di là di alcune uscite populiste, Berlusconi nella sua storia politica è sempre stato un moderato, è il centro del centrodestra”.
È per questo motivo che nello scenario politico odierno ci sarebbe già uno sbocco naturale. “Il Terzo Polo, a maggiore ragione ora che il Pd ha scelto una segretaria di sinistra-sinistra come Elly Schlein. Vedo però due problemi. Uno, la leadership bipolare e dunque azzoppata di fatto. Carlo Calenda e Matteo Renzi non possono pensare di tirare avanti così. L’altro è una scarsa apertura a forze nuove”, ha concluso.