MARTEDÌ GLI OBIETTIVI DEL DEF: LE ANTICIPAZIONI DEL SOTTOSEGR. FRENI
Martedì il Governo Meloni con il Ministro dell’Economia Giorgetti varerà in CdM il nuovo Def (Documento di Economia e Finanzia) per certificare gli obiettivi di spesa e crescita PIL nel 2023-2024: intervistato da “La Repubblica” il sottosegretario al Mef, Federico Freni, tira le somme di quanto potrà trovare spazio in questo primo passaggio fondamentale verso la Manovra di Bilancio di fine anno. Come confermato dalle anticipazioni rese oggi dall’ANSA, il Def che il governo varerà martedì certificherà un +0,9% tendenziale (a legislazione vigente), che potrebbe arrivare a toccare il +1% nel quadro programmatico, e tiene conto delle misure che l’esecutivo intende adottare quest’anno.
«L’Italia è sicura ed affidabile: il deficit è, e resterà, sotto controllo. Il debito viaggia verso una progressiva riduzione, in linea con gli impegni europei», rileva il leghista Freni impegnato in queste ore a redigere tutti i dettagli del nuovo Documento di Economia e Finanza. Viene fuori dalle prime simulazioni una dote di circa 2,5-3 miliardi di euro con il Governo che non intende però spendere l’intera cifra “spezzettandola” in tante piccole misure/bonus: «Non credo sia opportuno polverizzare questo margine in tante micro misure, ma ci sarà tempo per valutare», spiega ancora il sottosegretario all’Economia. Tra taglio del cuneo, riforma pensioni con Quota 41 e ritocco dell’Irpef non verranno però eliminate dalla lista dei propositi: «Faremo la riforma delle pensioni; con la delega fiscale rivedremo le aliquote e rivoluzioneremo il fisco; proseguiremo con il progressivo taglio del cuneo». Freni rileva il criterio cardine, già spiegato da Giorgetti e Meloni: «lavoriamo on un orizzonte di cinque anni, non di cinque mesi: non si può, e non si deve, fare tutto e subito. I conti si fanno a saldo: le politiche richiedono tempo e respiro strategico».
FRENI (MEF): “SERVE RIGORE, NON AUSTERITÀ”
Per fare ciò, ovvero ottenere le riforme economiche e fiscali senza intaccare il debito pubblico il criterio resta uno e uno soltanto per Federico Freni: «stimolare la crescita. Non possiamo sperare di svegliarci un giorno e di scoprire che il nostro debito sia sparito». Secondo il sottosegretario all’Economia, sempre su “Rep”, l’unico modo di garantire un futuro al Paese è rafforzare la crescita del PIL, «Quindi riforme strutturali e certezza del diritto, requisiti essenziali per accelerare ed attrarre nuovi investimenti». Serve prudenza e rigore, il che però – ribadisce Freni – non significa certo «austerità. Siamo consapevoli che le contingenze geopolitiche hanno fiaccato la crescita stimata, ma la spinta propulsiva non è certamente esaurita, anzi. Abbiamo il dovere di alimentarla e rafforzarla; ma in questo contesto macroeconomico serve prudenza, anche guardando alle dinamiche europee e ai mercati».
Tra le prime riforme che intende importare il Governo Meloni nelle prossime settimane v’è il disegno di legge sui mercati finanziari da riformare: «Un insieme organico di interventi specifici su cui stiamo lavorando da tempo, d’intesa con il mondo finanziario e produttivo. Una riforma mirata di un comparto strategico per la crescita troppo a lungo trascurato. I nostri mercati finanziari devono recuperare attrattività, garantendo regole di accesso, permanenza e vigilanza adeguate agli standard del futuro». Chiosa finale di Freni sul tema PNRR, escludendo ritardi gravi messi in dubbio da opposizioni e Corte dei Conti: «Gli obiettivi concordati nel 2021 non tenevano, ovviamente, in considerazione la crisi energetica, il caro materiali e l’inflazione. La revisione di alcuni capitoli e della governance complessiva, in armonia con le linee guida della Commissione, sono funzionali a garantire che il Pnrr continui a marciare in piena coerenza con l’equilibrio di finanza pubblica e con il rilancio degli investimenti». Ma l’obiettivo resta sempre la revisione degli investimenti che possa tenere conto del nuovo contesto geopolitico ed economico: «Il Pnrr è, e resta, al centro dell’agenda», conclude il sottosegretario al Mef.