Nicola De Felice, ammiraglio in riserva della Marina militare, ha parlato in una intervista a Il Giornale dei numerosi sbarchi di migranti avvenuti nei mesi scorsi. Un tema che ha trattato anche nel suo libro dal titolo “Fermare l’invasione”. “Sta accadendo quello che ci si aspettava, purtroppo. Alla prima finestra anche temporanea di bel tempo riprendono le attività dei trafficanti di esseri umani. Mare permettendo aspettiamoci dai 5 mila agli 8 mila arrivi nel giro di 7-10 giorni”, ha anticipato.
Le Guardie costiere dei Paesi d’origine, secondo l’esperto, stanno cercando di arginare il fenomeno, ma senza successo. “Mi risulta che facciano molto e che in questi ultimi giorni ci siano stati ben 22 intercettazioni di barche in partenza dalla zona di Sfax. I tunisini fanno il possibile, ma hanno bisogno di aiuto. Andrebbe fatto un pattugliamento congiunto fra le forze navali italiane e la Guardia costiera tunisina nelle loro acque territoriali. A Tunisi potrebbero essere d’accordo”, ha rivelato.
Ammiraglio De Felice: “Nel 2023 arriveranno 250k migranti”. È allarme
Le stime per gli sbarchi dei migranti entro la fine dell’anno sono allarmanti: “Se continueremo a giocare sulla difensiva arriveranno in 200-250 mila”, ha affermato l’ammiraglio Nicola De Felice. Non tutti, però, possono trovare accoglienza nel nostro Paese. “Si devono creare dei centri gestiti da forze europee, ma sotto il cappello dell’Onu, anche finanziario, per decidere chi ha diritto alla protezione internazionale o all’asilo politico in Europa, non solo in Italia. Per chi non ha diritto vanno attivati con l’Iom (l’Organizzazione delle migrazioni legata all’Onu) e i rimpatri volontari o forzati nei paesi di provenienza”.
L’obiettivo, però, è in primis quello di evitare le partenze, che mettono a rischio innumerevoli vite. La Tunisia, in tal senso, non è l’unico interlocutore. “Bisogna assolutamente trovare accordi con chi comanda in Libia, al di là se è riconosciuto o meno dal’Onu. In nome del pragmatismo, senza tante remore, se vogliamo difendere l’interesse nazionale evitando ondate di migranti”, ha concluso.