LA TREGUA ARMATA TRA RENZI E CALENDA SUL PARTITO UNICO
Dopo 48 ore di liti, “veline”, attacchi in prima persona, alla fine il comitato politico del Terzo Polo sancisce una sorta di “tregua-pace armata” tra Italia Viva e Azione che per il momento non fa saltare il banco verso il Congresso. «Le assemblee di Azione e Italia Viva, dopo l’approvazione del manifesto politico, delibereranno lo scioglimento dei rispettivi partiti entro la fine del 2024», riporta il “Corriere della Sera” citando fonti dirette del Terzo Polo. Non solo, verseranno nelle casse del «partito unico di un importo pari al 70% delle risorse ricevute dal 2 per mille a partire dalla seconda rata 2023». Quando il Congresso si terrà a Napoli il prossimo 10 giugno, Azione e Italia Viva «conferiranno al Partito unico un ammontare di Euro 200 mila euro a testa per promuovere il nuovo contenitore politico nel 2023». Come ha ribadito ancora Renzi nelle scorse ore, «le Europee 2024 sarà questa la sfida della vita, presentandoci come Renew Europe: se non faremo un buon risultato questo progetto politico verrà meno».
Nella Enews della sera, Matteo Renzi conferma l’impegno a formare il partito unico con Azione e Calenda entro il 2024: «Abbiamo vissuto un litigio tanto assurdo quanto inspiegabile in casa Terzo Polo per cui non ci possiamo permettere di criticare gli altri. Io come sapete ho fatto un passo di lato per aiutare il Terzo Polo a nascere in modo democratico, dal basso. Continuo a non rispondere alle polemiche e alle provocazioni e proseguo nella mia fase zen: ci vedremo a Napoli il prossimo 10 giugno all’assemblea nazionale di Italia Viva per approvare la costituzione del percorso verso il partito unitario». Fino al Congresso del Terzo Polo, conclude Renzi «si lavora sotto traccia per costruire una alternativa credibile al sovranismo e al populismo. Non faccio polemiche, non rispondo alle polemiche, non capisco le altrui polemiche. Però faccio politica e mi piace continuare a farla con il sorriso sulle labbra». Da Azione fanno sapere che al netto dello scontro durissimo delle ultime ore, per Calenda «non c’è nessun intento di rottura». Nel frattempo Renzi prosegue il progetto “Riformista” annunciando a sorpresa come proprio direttore responsabile l’ex parlamentare di Forza Italia, il liberale Andrea Ruggieri: «Con Andrea stiamo costruendo una bella squadra redazionale e condividendo molte idee affascinanti. Ne parleremo presto. Saremo in edicola col “nostro” Riformista dal 3 maggio: per adesso prosegue il lavoro dell’ottimo Piero Sansonetti che tra qualche giorno prenderà la guida de l’Unità». Per gettare subito un po’ di benzina sul fuoco della dialettica nel Terzo Polo, il forzista Ruggieri all’Adnkronos commenta «Voglio tranquillizzare chiunque abbia un dubbio: la mia presenza esclude tautologicamente che il Riformista possa mai essere l’house organ del terzo polo. Che terzo peraltro non appare essere… Ma anche di questo parleremo sul Riformista».
LA ROTTURA (QUASI) TOTALE DEL TERZO POLO: OGGI IL VOTO SUL PARTITO UNICO
«Alle 18.30 di oggi è convocato il Comitato Politico del Terzo Polo per discussione e votazione della proposta di costituzione del partito unico. Altro tempo da perdere non ne abbiamo»: lo comunicata stamane il leader di Azione e del Terzo Polo Carlo Calenda, con un tweet che rilancia il “contratto” di costituzione del partito unico inviato settimane fa a Matteo Renzi e Italia Viva. Proprio la mancata assimilazione (per ora) di quell’accordo avrebbe scatenato la lunga crisi silenziosa poi esplosa in maniera fragorosa ieri con le accuse e frecciate su entrambi gli schieramenti. «Questa è la proposta mandata solo a Renzi per la costituzione del partito unico settimane fa e da lui respinta. Non prevede alcuno scioglimento preventivo di IV e Azione, anzi si parla del 2025. E sono presenti tutte le garanzie di democraticità. Aspettiamo risposte di merito», sostiene il comitato di Azione.
Dopo la lunghissima giornata di scontro ieri, in serata si sono riuniti entrambi gli stati maggiori dei partiti destinati il prossimo 10 giugno al congresso per la nascita del partito unico liberal-democratico (con nome ancora “work in Progress” di Italia in Azione): «Non c’è alcun motivo politico per rompere il progetto del Terzo Polo», ha spiegato Renzi ai suoi nella riunione in parlamento, «Qualcuno dice che la rottura che viene paventata da Azione nasce per esigenze di soldi, qualcuno dice per esigenze legate al Riformista, qualcuno dice che è legata allo scioglimento del partito di origine: si tratta di alibi e finte motivazioni». Dialogando con l’ANSA, un altro funzionario di Azione confessa che l’unico vero problema oggi per la costruzione del partito unico dei liberal-democratici «è che Renzi non vuole prendere l’impegno a sciogliere Italia Viva e a finanziare il nuovo soggetto e le campagne elettorali».
CALENDA VS RENZI, LE ACCUSE E IL PERCHÈ DI UNA CRISI FORSE INSANABILE
Ambizioni, orgoglio, soldi, posti in Parlamento, fallimenti elettorali? Sono tante le possibili motivazioni dietro alla rottura quasi totale che oggi verranno messi sul tavolo del comitato politico del Terzo Polo. Ricordiamo che l’organo è presieduto da Calenda e dalla vice Elena Bonetti (Iv) con all’interno 5 membri per ogni movimento centrista: Teresa Bellanova, Ettore Rosato, Maria Elena Boschi, Davide Faraone e Luigi Marattin per Italia Viva; Mara Carfagna, Maria Stella Gelmini, Mario Raffaelli, Enrico Costa, Andrea Mazziotti per Azione. Si devono però aggiungere anche i capigruppo, Raffaella Paita al Senato (Iv) e Matteo Richetti alla Camera (Azione).
Non ci sarà dunque l’incontro faccia a faccia tra Renzi e Calenda in quanto l’ex Premier formalmente non fa parte del comitato politico: il nodo è che finché non si troveranno i due difficilmente si arriverà ad una possibile concordia, specie vedendo le rivendicazioni di ognuno. Sia alla Camera che al Senato nessuno dei due partiti “promessi sposi” nel partito unico del Terzo Polo riuscirebbe a creare un gruppo: Azione ha 16 parlamentari (12 Camera, 4 Senato), Italia Viva 14 (9 Camera, 5 Senato). I due partiti finirebbero insieme nel gruppo misto qualora si dovesse consumare la rottura totale tra Renzi e Calenda.
CALENDA: “RENZI SCIOLGA IV. IMPOSSIBILE FARE PARTITO UNICO COSÌ”. LA RISPOSTA DI BOSCHI
Stop “tatticismi” e attese (ergo anche rinuncia ai fondi del 2X1000), scioglimento di Italia Viva e stop alla candidatura di Marattin contro Calenda al congresso del Terzo Polo: queste le richieste iniziali giunte ieri dalle note “anonime” di Azione alle agenzie. Oggi sul “Corriere della Sera” è lo stesso Carlo Calenda che parla in prima persona e illustra il tema dello scontro oggi nel Terzo Polo: «Renzi si rifiuta di prendere l’impegno di sciogliere Italia viva quando nascerà il nuovo partito e sta bloccando ogni passo avanti sulla strada del partito unico. E questo è un problema: se da due partiti non nasce un partito ma ne nascono tre significa semplicemente che vuoi tenerti le mani libere». Non solo, in merito alla riunione di oggi l’ex Ministro MISE ritiene che «nel comitato politico non c’è nessuno che può prendere impegni per Italia viva. E anche il gruppo che doveva studiare le regole del congresso non riesce più a riunirsi perché da Italia viva non danno disponibilità. Quindi Renzi deve fare chiarezza».
Da ultimo, l’attacco personale lanciato da Calenda contro l’ormai ex alleato: «a differenza di Renzi su questo partito lavoriamo tutti 25 ore al giorno insieme a Elena Bonetti, con cui ho un ottimo rapporto. Ma il nostro progetto non può dipendere da una persona che per il 90% del suo tempo fa altro e che ogni tanto torna e dice ‘no, non facciamo così. Facciamo colà’ e smonta tutto il lavoro fatto». Secondo Calenda diventa assai difficile pensare di fare un partito unico con chi come Renzi «ti avverte che farà il direttore del Riformista un quarto d’ora prima che accada»; a dicembre, conclude Carlo Calenda al “CorSera”, «con un colpo di teatro Renzi è ridiventato segretario di Italia viva, accentrando su di sé tutti i poteri e levando Ettore Rosato con cui lavoravamo molto bene e che sedeva negli organi di coordinamento del Terzo polo». Calenda chiede a Renzi di rispondere oggi sulla proposta di costituzione del partito unico e invita nuovamente allo scioglimento di Italia Viva (così come di Azione), «perché se non è disponibile non nasce nessun partito unico». In attesa di una risposta ufficiale (che in realtà era arrivata ieri sera con apertura a proseguire il processo di partito unico, ndr), stamane arriva la stilettata di Maria Elena Boschi che sempre al “Corriere” attacca «A quanto pare c’è un divorzio, anche se per tutti noi è stato un fulmine a ciel sereno. Nessuno si capacita del perché Calenda abbia cambiato idea all’improvviso sul progetto del partito unico, anche i colleghi di Azione fossero rimasti stupiti. […] Calenda è diventato ministro grazie a Renzi, ha ottenuto i galloni da leader grazie alla generosità di Italia Viva, non vedo per cosa possa lamentarsi». Da ultimo, l’ex Ministra renziana chiarisce «Se si fa il congresso per il partito unico, Azione e Italia Viva si sciolgono. Se si fa la federazione no. E se chiami il congresso, poi non ti devi stupire che ci siano candidature alternative».
Alle 18.30 di oggi è convocato il Comitato Politico del Terzo Polo per discussione e votazione della proposta di costituzione del partito unico. Altro tempo da perdere non ne abbiamo. https://t.co/dW4ZKRuVIE
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) April 12, 2023