Nuova tegola per Elly Schlein e per la sua segreteria. Già nel mirino di alcune correnti per la gestione delle nomine, la leader del Partito Democratico deve fare i conti con il profondo dissenso su uno dei suoi cavalli di battaglia: l’utero in affitto. Molti dem non sono sulla sua linea, ma non solo: il mondo femminista si è fatto sentire con una lettera aperta per chiedere un faccia a faccia.
Da Arcilesbica al Movimento delle donne di tutta Italia, passando per l’Udi e la Libreria delle donne di Milano, oltre 100 attiviste dei movimenti femministi di tutta Italia hanno manifestare il loro profondissimo dissenso contro la maternità surrogata. Una Pratica che secondo la Corte Costituzionale “offende in modo intollerabile la dignità della donna” e che per le femministe “da troppe parti viene raccontata come solidarietà”, ma che in realtà viene definita un mercato “dannoso e degradante”.
Femministe a Schlein: “No all’utero in affitto”
Le attiviste femministe si sono scagliate senza mezzi termini contro la propaganda portata avanti dalla sinistra parlamentare. Ecco quanto riportato da Libero: “È in corso uno spostamento del dibattito pubblico dalla surrogazione di maternità alla condizione giuridica dei nati a seguito dell’accesso a questa pratica”. Una situazione necessaria alla costruzione di “un racconto di discriminazione dei bambini per abituare la società ad accettare la surrogazione”. E diversi esponenti Pd hanno condiviso i contenuti della lettera-appello, a partire dalla senatrice Valeria Valente: “Personalmente condivido ogni parola della lettera. Ma il punto politico, ora, non è solo il merito, ma proprio il metodo cui la lettera ci richiama: sul tema della gestazione per altri è urgente e doveroso un confronto dentro il Pd e con la segretaria. Un confronto che sia appunto rispettoso di tutte le differenti posizioni e i differenti punti di vista e che sia capace di trovare una sintesi efficace e praticabile anche nelle aule parlamentari.
Nel merito, condivido la posizione delle femministe sulla Gpa e vado oltre sull’adozione, le cui procedure a mio avviso vanno semplificate, rese più accessibili ed estese anche ai single e alle coppie dello stesso sesso. Nel metodo, questa è una grande occasione per andare oltre testi di legge preconfezionati rispetto al dibattito. Da un lato, infatti, non possiamo rischiare di rimanere ingabbiati nelle solite dinamiche di questi anni che ci hanno fatto perdere radicamento sociale e consenso elettorale con messaggi ambigui e poco chiari. Dall’altro, non possiamo però neanche rimanere ciechi e sordi e passare all’eccesso opposto delle decisioni solitarie e irrispettose del pluralismo. Il nuovo corso potrebbe partire anche e soprattutto da qui”.