Massimo Recalcati, sull’amore e l’eros, ha scritto diversi libri. Oggi, in una lunga intervista al Corriere della Sera, lo psicanalista analizza ancora più a fondo un tema importante quanto spinoso: quello dell’orgasmo. “Esiste una differenza fondamentale tra l’orgasmo maschile e quello femminile. Quello degli uomini ha come modello la scarica che implica il raggiungimento di un picco. Dopo l’orgasmo c’è la detumescenza che definisce il compimento visibile del rapporto. Quello femminile è invece invisibile e orizzontale, perché ha, sì, un culmine, ma può ripetersi e non è centrato fallicamente ma diffuso orizzontalmente. L’ideologia patriarcale ha da sempre temuto l’anarchia del godimento femminile. Ha provato a dominarla anche con la violenza“, spiega l’esperto.
Le differenze tra la sessualità maschile e femminile ci sono e nono sono trascurabili: “Penso a quella maschile come ad una monarchia, in cui il sovrano è il fallo. Quella femminile si struttura sul modello di una democrazia. Accade anche nel godimento: è vero che la zona genitale resta importante, ma la sessualità femminile non è monopolizzata dalla genitalità. È più labirintica, più plurale, più sfaccettata, più complessa”.
Recalcati: “I rapporti non diventino una prigione”
La monogamia, sulla quale la nostra società si basa, ci spinge sempre più di frequente a chiederci se sia possibile fare l’amore con la stessa persona per tutta la vita. Massimo Recalcati, al Corriere della Sera, risponde: “Sì, ma non deve diventare una prigione. C’è un tempo, specie quello della giovinezza, che deve essere dedicato giustamente all’esplorazione e alla conoscenza. Certi legami che nascono sui banchi di scuola e che continuano per decenni assomigliano di più a legami famigliari che non a legami erotici. La libertà erotica può essere anche la libertà di scegliere sempre lo stesso corpo a condizione che in questo corpo io sia in grado di trovare sempre qualcosa di nuovo“.
Oggi però, secondo lo psicanalista, c’è “Da una parte c’è la tendenza scientista a considerare i corpi come se fossero delle macchine lubrificate dalla dopamina. Dall’altra parte c’è l’idea di consumare i rapporti come consumiamo le merci di ogni genere”. Dunque, a detta dell’esperto, “C’è la ricerca compulsiva del nuovo. Siamo stati abituati a pensare che cambiare un vecchio oggetto con un nuovo oggetto porti la soddisfazione, mentre noi psicoanalisti sappiamo bene che una cosa nuova porta semplicemente la stessa insoddisfazione. Nella società dei consumi tutto viene consumato in tempi accelerati, amori e sesso compresi…”.