Cosa bolle in pentola tra Brasile e Cina? Ieri il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva è volato da Xi Jinping. Oggetto dell’incontro è stato quello di mettere a segno un pacchetto che conta 15 accordi in settori vitali dei due Paesi, tra cui tecnologia, energia, sviluppo e commercio. Ed è stata l’occasione per parlare anche del progetto di superare l’onnipresenza del dollaro nel commercio internazionale.
Tra le intese spunta infatti anche quella che punta a stabilire l’operatività diretta delle transazioni commerciali tra Brasile e Cina in yuan “per cambiare la governance globale”. Solo pochi giorni prima Lula aveva incontrato anche il presidente dell’Assemblea popolare cinese, Zhao Leji, commentando l’incontro con un tweet contenente l’auspicio che i due Paesi “bilancino insieme la geopolitica globale”. Parole queste che risuonano, una dopo l’altra, come stoccate nei confronti degli Stati Uniti, e che lasciano intendere senza mezzi termini le intenzioni del presidente brasiliano del rafforzamento dei rapporti con la Cina.
Brics, il piano per fermare lo strapotere del dollaro
La proposta di soppiantare il dollaro vuole essere una chiara polemica nei confronti dello strapotere della moneta statunitense. Progetto, questo, che potrebbe concretizzarsi a breve con una valuta alternativa tra i paesi facenti parte della Brics, tra cui rientrano proprio Brasile e Cina, in vista di una sovranità monetaria e commerciale. “Penso che nel ventunesimo secolo sia giunto il momento di sforzarci un po’ e pensare di fare le cose in un modo diverso rispetto al passato”, ha detto Lula. “Chi ha deciso che il dollaro fosse la valuta di riferimento dopo la scomparsa dell’oro come parità?”. L’incontro tra i due leader ha voluto dunque sancire anche formalmente un progetto che già esiste. Lo scorso 29 marzo infatti i governi di Brasile e Cina avevano annunciato la creazione di una camera di compensazione (Clearing House) presso la Banca industriale e commerciale cinese (Ibcc) che permette l’uso della valuta cinese, lo Yuan, nelle transazioni commerciali tra i due Paesi partner, oltre che per la concessione di prestiti.