SINDACATI CONTRO GOVERNO SUL DEF
I sindacati criticano il Def nel corso delle audizioni in Parlamento, anche per quel che manca in tema di riforma delle pensioni. Come riporta Ansa, Gianna Fracassi, vice segretaria generale della Cgil, spiega che “il superamento della Legge Fornero è rimandato per l’ennesima volta. Ignazio Ganga, Segretario confederale della Cisl, evidenzia il rischio che la riforma delle pensioni “sia spostata in avanti nel tempo e su questo chiediamo chiarezza in quanto tale eventualità diverge dalle nostre aspettative”. Infine, la Uil sottolinea che nel Def “scompare la riforma strutturale della Legge Fornero, annunciata dalla stessa presidenza del Consiglio durante i due incontri con i sindacati”. Pierpaolo Bombardieri, Segretario generale della Uil, durante il Consiglio confederale della Uil Abruzzo, ha ricordato che “mancano i provvedimenti attesi sulle pensioni, a cominciare dal ripristino delle originarie condizioni per Opzione donna e dalle decisioni per le future pensioni dei giovani”.
LE ALTRE NOVITÀ SULLE PENSIONI NEL DECRETO LAVORO
Opzione Donna e lavoratori precoci, ma non solo: in attesa di una piena riforma pensioni da attuare nel 2024, alcune novità verranno già introdotte nell’atteso Decreto Lavoro in rampa di lancio con la Ministra Calderone: in particolare, secondo le ultime bozze circolate, vi sarebbero altri due anni di tempo concessi per organizzare l’uscita anticipata dei lavoratori con il cosiddetto “contratto di espansione”.
Si tratta, come noto, della modalità permessa ai lavoratori ancora in fase sperimentale: il contratto di espansione è nato come prova nel biennio 2019-2020 poi è stato via via esteso, da ultimo con la legge di bilancio scorsa che ha ampliato la possibilità anche per le aziende minori. Nasce dall’esigenza nei casi di reindustrializzazione e riorganizzazione che comportano modifiche dei processi aziendali: qui viene permesso di stipulare un contratto di espansione con il Ministro del Lavoro, con lo Stato che eroga un incentivo pubblico per quelle aziende che arrivano a siglare tale contratto. L’impresa garantisce da un lato di “prevedere un prepensionamento quinquennale per una parte dei suoi lavoratori“, dall’altro però impegna il datore di lavoro ad assunzioni e formazione dei lavoratori. Con il Decreto Lavoro tale misura verrebbe estesa fino al 2025, sempre però rimanendo una modalità di “sperimentazione” che potrebbe essere confermata o meno dalla prossima riforma pensioni.
LE PAROLE DI SALVINI SU QUOTA 41
Matteo Salvini ha tenuto a precisare che “la riforma fiscale con la flat tax estesa a tutti” così come “la riforma delle pensioni con l’introduzione di quota 41 restano e si faranno in questa legislatura. Restano nostri obbiettivi e ci stiamo lavorando. Anche perché la legge Fornero è la peggiore riforma delle pensioni mai fatta e certo non saremo noi a tenerla in vita”. Il ministro delle Infrastrutture, come riporta Askanews, parlando a un evento elettorale del centrodestra a Massa ha aggiunto: “Mi fanno ridere quelli che dicono che nel Def non sono i soldi e quindi le nostre riforme non si faranno più. Le scelte e dove mettere lo si decide nella Legge di bilancio, non nel Def che è una cornice di programmazione e cifre. E per noi non è cambiato proprio un bel niente, siamo impegnati a farec gradualmente secondo le possibilità tutte le riforme a cui ci siamo impegnati con gli elettori, a partire da quelle del fisco e delle pensioni”.
AUMENTANO I PENSIONAMENTI DEGLI INSEGNANTI
In un articolo su Repubblica viene ricordato che sono oltre 30mila le domande di pensionamento degli insegnanti presentate entro lo scorso mese di febbraio, termine ultimo per riuscire ad andare in quiescenza da settembre. Secondo Ivana Barbacci, Segretaria generale della Cisl scuola, “chi raggiunge finalmente i requisiti per la pensione non esita neanche un minuto a presentare domanda per cessare dal servizio. Il lavoro del docente è più che impegnativo e certamente usurante”. Elvira Serafini, Segretaria generale dello Snals-Confsal, spiega, invece, che “da anni registriamo un trend in crescita dei pensionamenti anticipati. Probabilmente pesano su questa tendenza non solo le incertezze sui futuri trattamenti pensionistici e sui prevedibili innalzamenti dei requisiti di età. Emerge chiaramente anche l’insofferenza per i compiti burocratici che aumentano e rendono l’esercizio della professione docente sempre più difficile e complessa”.
RIFORMA PENSIONI, L’ATTESA PER IL DECRETO LAVORO
Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, nel Decreto lavoro ci saranno misure di riforma delle pensioni, tra cui “l’allentamento dei requisiti per l’accesso a Opzione donna, introdotti dall’ultima Legge di bilancio”, l’aumento da due a tre delle finestre di pensionamento per i lavoratori precoci e un nuovo tasso di rendimento annuo sui contributi utilizzati per il ricongiungimento. Giuliano Cazzola, intanto, sull’Huffington Post spiega che “c’è un aspetto del tormentone delle pensioni che lascia basiti: tutti si sono accorti della crisi demografica schiacciata tra invecchiamento e denatalità; nessuno però si azzarda a mettere in relazione questo trend (che potrebbe presto diventare irrecuperabile e che comunque richiederebbe dei decenni per essere invertito) con i suoi effetti sul mercato del lavoro e sulle pensioni”.
L’ANALISI DI COTTARELLI
Carlo Cottarelli, invece, intervistato da mowmag.com, evidenzia che “la riforma Fornero avrà avuto tanti difetti, sarà stata fatta rapidamente, c’è stato il problema degli esodati, ma metteva un freno più forte alla crescita delle pensioni. Da allora è stata attenuata molto e anche adesso la Lega vorrebbe attenuarla ulteriormente. Vedremo che cosa verrà fatto nella Legge di bilancio del prossimo anno prima di dare un giudizio definitivo”. Il Senatore del Pd sottolinea che “i soldi non piovono dal cielo, mica si può finanziare tutto in deficit e quindi bisogna rinunciare ad altre cose di fronte all’aumento della spesa per le pensioni. Ma questa tendenza non è una cattiveria dovuta alla Fornero o altro”.
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