Il riscatto della laurea agevolato, lo strumento che permette di trasformare gli anni di Università in anni contributivi per il calcolo delle prestazioni pensionistiche, nel 2023 costa di più a causa dell’inflazione, tanto che sono in tanti coloro che si stanno interrogando sulla effettiva convenienza. L’Inps deve ancora dare delle comunicazioni ufficiali in merito, ma le simulazioni di Smileconomy, riportate dal Corriere della Sera, hanno fornito alcune anticipazioni.
La spesa del riscatto light per ogni anno di corso all’Università sarebbe salita a 5.776 euro (28.882 euro per un corso di 5 anni), ovvero del 7,8% rispetto ai 5.360 euro del 2022. Un incremento inedito rispetto ai precedenti anni. Nel 2020 e nel 2021 infatti era stato praticamente nullo, mentre nel 2022 era stato pari all’1,8%. Ne deriva che non sempre questo strumento conviene. “Anche perché non dimentichiamoci che, indipendentemente dalla strada percorsa, che sia tradizionale o agevolata, non sempre il riscatto può essere utile ai fini di un anticipo dell’età pensionabile”, ha precisato Andrea Carbone, fondatore di Smileconomy.
Riscatto laurea agevolato costa di più per inflazione: le simulazioni di Smileconomy
Le simulazioni sul riscatto della laurea agevolato con l’inflazione del 2023 hanno preso in considerazione tre profili differenti di lavoratori: 30enni, 45anni e 60enni con un reddito netto medio mensile di 1.800 euro. Per quel che concerne i 30enni, è emerso che lo strumento porterebbero ad anticipare il pensionamento di 1 anno e 3 mesi per gli uomini e di 2 anni e 5 mesi per le donne. Ciò soltanto nel caso in cui abbiano cominciato a versare i contributi a 25 anni, viceversa non ci sarebbero benefici né temporali né economici. La situazione è sostanzialmente identica per i 45enni.
È diverso per i 60enni, che riscattando gli anni universitari anticiperebbero la pensione di 4 anni e 5 mesi per gli uomini e 5 anni e 3 mesi per le donne, rinunciando però a 68 euro sull’assegno mensile per gli uomini e 92 euro per le donne nel caso in cui abbiano cominciato a versare i contributi a 25 anni. Chi ha iniziato a contribuire a 30 anni, invece, va in pensione a 67 anni e 3 mesi, ma ha una maggiorazione dell’assegno di 173 euro. In sostanza, a chi conviene? “L’agevolato non è per tutti. Per redditi bassi e per i lavoratori autonomi può risultare più conveniente il riscatto in forma tradizionale”, ha avvertito Andrea Carbone.