La famiglia di Giulio Giaccio, vittima di uno scambio di persona a Napoli, ucciso e sciolto nell’acido a 26 anni nel 2000, rifiuta il risarcimento proposto dai due imputati dell’omicidio e chiede che sia fatta giustizia. Il legale dei parenti, avvocato Alessandro Motta, ha parlato a margine dell’udienza preliminare che si è tenuta il 18 aprile davanti al gup Valentina Giovanniello. Ai microfoni dell’Ansa, Motta ha sottolineato alcuni aspetti della vicenda che vede alla sbarra Salvatore Cammarota e Carlo Nappi, accusati del delitto e già condannati in passato per associazione camorristica.
“Ci siamo costituiti parte civile – ha dichiarato l’avvocato della famiglia di Giulio Giaccio –, sia la mamma che i fratelli di Giulio Giaccio. Sono state ammesse le costituzioni e c’è stata anche la costituzione di parte civile dell’associazione Polis. Il giudice si è riservato l’ammissione degli abbreviati alla prossima udienza”. Come indicato dal legale della vittima, uno degli imputati avrebbe chiesto la perizia psichiatrica per stabilire “se all’epoca dei fatti fosse in grado di stare in giudizio“. L’avvocato Motta ha inoltre sottolineato il no dei familiari di Giulio Giaccio all’ipotesi di un risarcimento avanzata prima dell’udienza preliminare.
Giulio Giaccio ucciso e sciolto nell’acido, vittima innocente di camorra: la famiglia rifiuta il risarcimento
Giulio Giaccio aveva 26 anni quando, il 30 luglio 2000, fu assassinato nel quartiere Pianura di Napoli e poi sciolto nell’acido “per errore”. Vittima innocente di uno scambio di persona, del tutto estraneo ad ambienti di camorra. La famiglia ha rifiutato la proposta di risarcimento avanzata prima dell’udienza preliminare dai due imputati dell’omicidio, Salvatore Cammarota e Carlo Nappi, entrambi ritenuti legati a un clan camorristico. Secondo quanto riportato dall’Ansa, avrebbero proposto 30mila euro ciascuno più alcuni immobili per un valore stimato di 120mila euro.
L’avvocato dei familiari di Giulio Giaccio ha spiegato così l’attuale fase: “La famiglia ha rifiutato il risarcimento, abbiamo rifiutato la proposta risarcitoria e abbiamo depositato anche la pec inviata ai difensori sia di Nappi che di Cammarota. Chiediamo giustizia, che sia la più severa possibile, sicuramente chiederemo l’ergastolo per tutti gli imputati. Penso che tra giugno e luglio potremo avere una sentenza“. Motta ha sottolineato inoltre quanto segue: “Non c’è prezzo per ripagare la vita di Giulio. Dopo 23 anni, l’unica cosa in cui la famiglia crede è la giustizia, alla quale si sono affidati“.