Dopo il fallimento di SVB e di Credite Suisse è cresciuta l’attenzione mondiale attorno alle banche e al sistema finanziario, al fine di non ricadere in una violenta e complessa crisi simile a quella del 2007/2008 che ha devastato il sistema bancario mondiale. Ed è tornato attuale proprio in questo preciso (e sicuramente particolare) momento storico uno studio che risale a 12 anni fa, che ha applicato le teorie e il metodo scientifico sugli ecosistemi naturali e le malattie infettive, alle crisi delle banche. Lo scopo era quello di dimostrare che si tratta di sistemi complessi ed interconnessi, in cui un singolo fallimento finisce per avere risonanza sull’intero sistema bancario mondiale.
La scienza ecosistemica applicata alle banche mondiali
Insomma, per dirla in altri termini, secondo lo studio le banche possono essere analizzate attraverso la scienza, utilizzando le teorie già esistenti sugli ecosistemi e sulla propagazione dei virus e delle malattie infettive. Chiamato “Rischi sistemici negli ecosistemi bancari”, ha teorizzato la l’interconnessione del sistema, al pari di un qualsiasi altro essere vivente. In quest’ottica la banca non è un costrutto a sé stante, ma è collegata ed imprescindibilmente connessa ad ogni altra banca nel mondo, proprio grazie al sistema finanziario globale.
Lo studio sulle banche era stato firmato da Andrew Haldane, ex capo economista della Banca d’Inghilterra, assieme all’ecologo e matematico Robert May. Grazie ai loro risultati si è arrivati ad un nuovo livello di attenzione sul sistema bancario, soprattutto dopo la crisi del 2007, portando a normative che guadassero all’insieme del sistema e non solamente al singolo caso. Nello studio, infatti, emerse come dal 2008 al 2012, nei soli Stati Uniti, fallirono a cascata oltre 400 banche, un numero impressionante soprattutto considerando che nei cinque anni precedenti erano state solamente 10. Il recente caso di SVB avrebbe aperto a nuovi dubbi e timori sulla tenuta del sistema bancario ma, fortunatamente, ad oggi non sembra che abbia avuto gli esiti ecosistemici ipotizzati dallo studio. Tuttavia, Stefano Battiston, studioso dei rischi sistemici nelle reti finanziarie a Zurigo, afferma che “è troppo presto per dire che abbiamo evitato una crisi bancaria“.